
IL TEMPO (A. AUSTINI) - «Quanto c... mi fai soffrire!». Allegri abbraccia Luis Enrique in sala stampa a fine partita e gli rende l'onore delle armi. Lui può ridere, lo spagnolo no: un'altra volta dietro i complimenti degli avversari si nasconde una sconfitta della Roma. Una storia già viste sin troppe volte, certificata da quella statistica assai curiosa e sulla quale vale la pena ragionare: i giallorossi guidano la classifica dei primi tempi con 55 punti, tre in più del Milan capolista, mentre nella ripresa sono da retrocessione. «Le partite durano 90 minuti e questo dato per me non ha importanza» dice un deluso e realista Luis Enrique.
Per questo ha inserito Lamela al posto di Gago, lasciando solo De Rossi come filtro a centrocampo. «Penso sempre a vincere e ho visto la possibilità di raddoppiare. Hanno segnato loro ma rifarei quel cambio, sicuramente». Secondo l'allenatore giallorosso il Milan ha vinto «grazie a un giocatore dalla qualità diversa. Noi abbiamo fatto una partita completa, ne serviva una quasi perfetta per vincere. Ci serve qualcosa in più, non lo posso dire sennò si arrabbia qualcuno... diciamo che ci serve qualcosa. Si deve venire a Milano per fare quello che io voglio e nel secondo tempo lo abbiamo fatto». E ora? «Dobbiamo pensare alle partite che mancano senza farsi travolgere dalla frustrazione che ti dà una sconfitta del genere. Oggi non siamo stati troppo inferiori come nella partita d'andata, ma considerando tutta la stagione siamo lontani da loro e dalla Juventus. A fine campionato vedremo dove siamo arrivati». Ieri sono mancati all'appello i due giocatori con più personalità: Totti e De Rossi.
Luis Enrique non affonda. «Totti un peso? Non sarebbe giusto dirlo, non giudico mai un giocatore per una partita. De Rossi in calo? Anche se lo pensassi non lo ammetterei mai». Il Milan ha ben altro per la testa: il prossimo avversario si chiama Barcellona. Il telefono di Luis Enrique non è squillato. «Guardiola - racconta - non ha bisogno di consigli, semmai io dei suoi. Conosce ottimamente il Milan visto che lo ha già affrontato due volte». Una vittoria e un pareggio finora per Pep, zero punti per l'«erede» Luis Enrique. Ma la macchina in questo caso conta molto più del pilota.