IL TEMPO (A. AUSTINI) - Meglio parlare di calcio. Luis Enrique ci prova nella giornata in cui il mondo romanista è concentrato su ben altro. Il risultato non è un granché, ma dagli otto minuti della conferenza più breve della storia (e iniziata in ritardo...)
Difficile dargli torto, visto che la Roma si è già scottata sin troppe volte: appena ha creduto di essere sulla strada giusta per agganciare il treno-Champions ha sbattuto contro un muro. Testa solo sul Genoa, quindi, in una partita da affrontare senza Francesco Totti. Il tecnico non vuole alibi. «Saremo 11 in campo e 18 per la partita. È così che si fa una squadra». Di sicuro cè da invertire una rotta: nelle otto gare saltate dal capitano la Roma ha raccolto sei sconfitte e due successi. Domani sera, nella partita posticipata causa rugby, lo spagnolo sposterà Lamela dietro le due punte Osvaldo e Borini. Centrocampo con De Rossi, Gago e uno tra Marquinho (favorito), Greco e Simplicio, nessun problema per Stekelenburg, in difesa occhi puntati su Kjaer che, superata la prova-Palermo, dovrà affrontare lesame più difficile: limpatto con lOlimpico. Limpostazione più prudente vista nellultima partita potrebbe aiutarlo. «Mi aspetto una partita difficile - aggiunge il tecnico - noi abbiamo sempre la stessa idea: provare ad avere il pallone per 90 minuti e recuperarlo velocemente. È normale che dopo un po di tempo i giocatori lo facciano meglio. I risultati sono la cosa più importante, ma continuo a vedere dei miglioramenti». Non ancora in classifica ma la giornata di oggi può aiutare. A patto che poi la Roma faccia il suo dovere.