GASPORT -Tra rimpianti passati, interrogativi presenti e ambizioni future. Giorni di riflessioni e speranze, a Trigoria. Dove sarebbe oggi la Roma se non avesse lasciato per strada punti come le briciole di Pollicino?
Perché Luis Enrique era così insoddisfatto della vittoria sul Genoa, che pure ha riportato la squadra in lotta per la Champions? Infine, dove sarà questa società quando il marketing girerà a pieno regime?
Il futuro Si prospetta un interessante connubio tra la filosofia del «largo ai giovani» e la politica dell'espansione territoriale. La Roma americana ha mirato per primi gli Stati Uniti e ha piazzato subito un accordo con la Disney (
), ma prepara prossime espansioni in Asia, con un ciclo di amichevoli anche lì. E per puntellare la squadra, intanto, Walter Sabatini ha messo le mani su Dodò: non l'uccello dell'Albero Azzurro, ma il terzino sinistro appena tornato al Corinthians dal Bahia. Brasiliano, ha il contratto in scadenza e un crociato rotto a novembre. Soprattutto, ha compiuto da poco 20 anni. «Perché la Roma ha ribadito ieri il direttore generale Franco Baldini continuerà a puntare sui giovani».
Il presente È fatto di una squadra che sta imparando a camminare da sola. Meno bella ma più concreta, e il paradosso (oddio, nemmeno troppo) è che non piace a Luis Enrique. Che qualche giocatore abbia deciso di fare di testa propria per portare a casa almeno una qualificazione all'Europa League? Sabato, a Milano, il banco di prova più autorevole. Heinze ci sarà nonostante il dolore all'anca, Pjanic stringerà i denti, Totti, superato il problemino muscolare, cercherà un gol in trasferta che gli manca da dieci mesi. Ammesso che Luis lo schieri. «Mancanza di Totti gli hanno chiesto lunedì sera ? No, affatto», ha risposto.