GASPORT (S. CIERI) - Thomas DiBenedetto e Claudio Lotito diversi lo sono di sicuro, ma non per la banale considerazione che il primo è nato negli Stati Uniti Boston e l'altro invece nel giardino di casa, cioè a Roma. Nel giorno di un derby con vista sull'Europa, ciò che spicca è l'interpretazione assai diversa del proprio ruolo presidenziale. Esautorato Se l'iconografia che accompagna da sempre il massimo dirigente della Lazio è quella del factotum biancoceleste con i 6 cellulari che squillano in continuazione, dal 4 dicembre scorso invece un'ombra di malinconia sembra accompagnare i passi del presidente della Roma.
Esautorato Se l'iconografia che accompagna da sempre il massimo dirigente della Lazio è quella del factotum biancoceleste con i 6 cellulari che squillano in continuazione, dal 4 dicembre scorso invece un'ombra di malinconia sembra accompagnare i passi del presidente della Roma. Occhio, non per la malevole supposizione che lo vuole non esattamente beneagurante le sorti del proprio club e mai come oggi sarebbe l'occasione giusta per scrollarsi di dosso questa fama, ma perché il Cda giallorosso proprio in quella data gli ha tolto di fatto tutti i poteri presidenziali. Deleghe zero, più o meno come l'attenzione che da quel momento in poi gli hanno riservato i tifosi, ora sulle tracce dei sospiri di James Pallotta vero uomo forte della cordata statunitense o soprattutto del d.g. Franco Baldini, che rappresenta l'anello di congiunzione con la squadra del terzo scudetto. Non a caso da tempo si sussurra che presto DiBenedetto passerà la mano ad una nuova figura presidenziale che risponda ad almeno una di queste due caratteristiche: o che sia più carismatico, oppure economicamente più robusto. In attesa di scoprirlo, il manager Usa oggi sarà in tribuna scrutando il derby e ipotizzando business, mentre nella sua testa di sicuro ronzerà quella frase ripetuta sempre più stancamente mille volte: «Roma non è stata costruita in un giorno». I giallorossi sperano che oggi non serva: significherebbe che qualcosa è andato storto.
Silenzioso Non molto distante da DiBenedetto siederà Claudio Lotito. Con il suo solito stile ed una presenza fissa al suo fianco: Igli Tare. Il d.s. che, ultimamente, ha cambiato il cliché di Lotito. Che è sempre onnipresente, ma un po' meno rispetto al passato. Grazie anche al lavoro sempre più capillare che svolge Tare. Un Lotito meno ingombrante, dunque, e ultimamente anche silenzioso. Da quando è stato condannato nel processo calciopoli, Lotito si è infatti imposto un silenzio assoluto, che sa tanto di atteggiamento polemico per le conseguenze che quella sentenza ha avuto. Ha parecchio delegato a Tare e parla di meno, però Lotito è sempre Lotito. E una vittoria nel derby potrebbe fargli ritrovare subito la parola.




