IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Nessuna coreografia, nessuna contestazione, domenica in Curva Sud ci sarà soltanto Curva Sud. Cioè più o meno tutto quel che resta di vero e poetico di questo mondo (non solo del pallone, sintenda). Perché quando una Curva è quello che canta è una grande curva, così come quando una persona è quello che racconta di essere
Nel caso della Curva Sud siamo ancora alla Genesi del tifo. Noi baluardo dellessere, voi simbolo dellapparire era lo striscione esposto ai dirimpettai la notte del 16 ottobre. Scontro fra pronomi e fra visioni. I ragazzi della Sud hanno deciso da tempo di restare il più possibile vicini allidea originaria (e originale) del movimento ultrà: sentimento, valori, voglia di stupire, fedeltà, goliardia, amicizia senza compromessi, senza mediazioni tanto più con queste istituzioni che ti chiedono di mandare un fax al ministro di turno della Pubblica Ottusità per poter dire, magari, un Ti amo. E successo. Oggi sarebbe reato. Diffidati per una dichiarazione damore. E successo quando si poteva andare allo stadio persino coi propri figli e deciderlo allultimo momento, perché magari quella mattina cera il sole veramente, nella preistoria in cui la passeggiata fra il Lungotevere e quella Cosa di marmo bianco era possibile, libera, sena pre-filtraggi, gabbie gialle, tornelli, scanner umani: oggi devi farti lanalisi del sangue, capire che targa hai e guardare il numero della Tessera buona soprattutto per andare allUpim dove si smercia il pensiero dominante e slogan preconfezionati o cartoline depoca, magari di una Curva che scriveva Ti Amo. La Curva Sud domenica sarà Curva Sud: nessuna coreografia, solo gola, sciarpe e bandiere. Il cuore non costa e non si vende. O ce lhai o meno. I laziali, si dice, invece stiano ancora cercando i soldi per mettersi in ghingheri. La vanità, si sa, è il loro peccato preferito. Per questo vennero cacciati dal posto dove semplicemente si è




