IL ROMANISTA (M. BIANCHINI) - Dieci leoni non sono bastati ad abbattere una pecora che ha lanciato sibili letali dal suo subdolo fischietto. E questa lestrema sintesi del misfatto condotto a termine dal sig. Bergonzi, il quale forse eviterà di guardarsi allo specchio per non vergognarsi. Dopo il tuffatore Brocchi, premiato dallamico Tagliavento, ci mancava pure il tedesco Klose ad esibire larte del tonfo. Era evidente a tutti, come ha confermato lesercito delle moviole, che egli era già in caduta libe
Ma quando lerrore assume le vesti gigantesche della malafede, ogni discussione diventa inutile. Parole grosse? No, perchè nel proseguio della gara, con sottile impudenza, questo signore ha continuato ad imperversare. Se avesse posseduto un minimo di dignità professionale, non avrebbe consentito ad una folla becera di marca nazista, di insultare a piacere Juan che ha il torto di essere venuto al mondo con la pelle nera. Letica, prima del regolamento, imponeva la sospensione della gara e tutti a casa. Nei casali di Formello, dove i "prodi" guerrieri, per rinfrancare la voce razzista, spesa per insultare prima di incitare la loro squadra, si saranno abbandonati ai festeggiamenti conditi di caciotte, cotiche e pecorino. Tutta roba che appartiene al grezzo mondo degli idioti confermando il detto: "La mamma dei cretini è sempre incinta". Si meritano questo di linguaggio che facciamo forza ad usare. Ma quando è necessario, non si deve esitare ad uscire dagli schemi, che spesso sono ipocriti, nascosti dietro la falsa maschera della civiltà




