IL TEMPO (G. GIUBILO) - Ci ha provato, la Roma, a sconvolgere gli equilibri dell'alta classifica, magari facendo un favore alla Juventus. che certamente non ama. Ha giocato alla pari sul campo della capolista, è andata in vantaggio. Raggunta nella ripresa, ha subito il sorpasso quando stava governando la partita, cercando la vittoria. Hanno deciso tre errori clamorosi. Ha cominciato Totti, quando un errato rinvio di Abbiati gli ha spalancato l'area: e lui ha cercato un presuntuoso pallonetto, insensato. Poi è stata la volta di Mazzoleni: chiaro il, fallo di mano di De Rossi in area, ma azione chiaramente viziata da un fallo su Heinze, che si è pure beccato il giallo per proteste.
Nel finale, decisiva la vacanza mentale di Kjaer, che non aveva giocato male, ma ha concesso a Ibra di raccogliere un lancio di sessanta metri per battere Stekelenburg in disperata uscita. Ne è venuta fuori una sconfitta amara, non meritata. Era stato grande il portiere olandese, esaltante la ripresa di Pjanic, inizialmente in panchina, buona personalità di Marquinho. Si complica, logicamente, la rincorsa all'Europa, sulla quale il secondo verdetto del turno lo ha espresso Palermo, dove era di scena l'Udinese. Per i friulani, non ancora liberi dalle ruggini dell'Europa, un punticino che vale l'aggancio al terzo posto. Le altre a caccia del solo posto disponibile per la Champions sono di scena oggi, alla luce del sole. Non sarà facile per il Napoli venire a capo di un Catania che sta assaporando l'aria di una classifica forse insperata alla vigilia. La Lazio dovrà indicare quale peso potrà avere sul suo campionato la forzata rinuncia a Klose, l'uomo che risolveva tutti i problemi. Ma intanto ci sarà da superare lo scoglio di un Cagliari in ripresa. Gran finale sotto i riflettori, ma il livello della sfida tra la Juventus, ora a meno sette dal vertice, e un'Inter dimessa, è precipitato.