IL ROMANISTA (V. META) - Lesordio in prima squadra allOlimpico, il ritiro con Luis Enrique a diciassette anni, due scudetti sotto età nelle giovanili, ma neanche un gol con la Primavera, categoria in cui ha debuttato appena sedicenne. Fino a qualche settimana fa
Sabato contro la Virtus Entella ne ha segnati addirittura tre in una volta sola, quanto basta per prendersi la rivincita su un digiuno durato un anno e mezzo (solo in Primavera, perché negli Allievi di cui era capitano di gol ne ha segnati undici) e mettere al sicuro una qualificazione agli ottavi per cui vincere poteva non bastare. «Non ci aspettavamo di avere vita così facile ha detto il centrocampista -, ma eravamo consapevoli che il Club Nacional se la sarebbe giocata e che noi potevamo vincere». I tre gol di Chiavari lo riportano indietro di qualche anno, lui che da ragazzino era abituato a far vincere le partite a colpi di triplette, e sono il viatico migliore in vista della delicata sfida con lAtalanta in programma domani a Gavorrano: «Non è soltanto merito mio, ho finalizzato il lavoro della squadra che ha prodotto una grandissima mole di gioco. Non importa chi segni, limportante è farlo per la squadra. Stavolta è toccato a me e ne sono davvero felice perché finora avevo segnato soltanto una volta in Primavera. Realizzare una tripletta ed ottenere una qualificazione in questo modo mi regalano una giornata che difficilmente dimenticherò». La speranza in casa Roma è che non sia finita qui




