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Sì, oggi Agostino torna a casa

24/02/2012 alle 08:19.

IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Per Agostino ci sarà la Roma tutta. Quella di ieri, quella di oggi e quella di domani, la Primavera, che quel terreno lo calcherà ogni giorno. E magari i vari Viviani (che ne è il capitano anche se ormai è sempre più spesso con i grandi), Verre, Ricci e tutti gli altri la

A quasi 18 anni dal giorno in cui si tolse la vita, il capitano torna in quella che fu la sua casa. Ed è simbolicamente importante che a essere ristrutturato e intitolato a lui sia proprio il Campo A, quello della Primavera. Perché si ricomincerà dai giovani, «i campioni del futuro» come li ha definiti il figlio Luca. Ragazzi che sperano di diventare grandi giocatori e grandi uomini come lo era Agostino. Come lo speravano i ragazzi della scuola calcio che Ago aveva aperto a Castellabate, dove si era rifugiato quando il grande calcio sembrava averlo dimenticato. «Dopo così tanto tempo è bello che ci si ricordi ancora di lui - ha detto il figlio Luca a Il Romanista -. L’ho visto sulla targa e devo dire che è commovente».

La targa è quella in bronzo che sarà apposta sul campo e che riproduce un’immagine classica di Di Bartolomei, la sua coordinazione perfetta al momento di andare al tiro. Oggi Luca sarà ovviamente presente alla cerimonia, così come ci sarà Marisa, la moglie di Agostino. Ma non solo loro, perché all’appuntamento non mancheranno i compagni dello scudetto, come peraltro ha spiegato la Roma attraverso un comunicato nel quale si legge che all’evento parteciperanno anche «i dirigenti, lo staff tecnico, una rappresentativa di calciatori dell’As Roma, personalità del mondo politico e sportivo». Ci saranno giornalisti, fotografi e una rappresentanza dei club dei tifosi. Ovvero il popolo romanista, quello che non lo ha dimenticato e che mai lo farà. Impossibile lasciare le porte aperte a tutti a Trigoria, ci sarebbe stato bisogno non del Bernardini ma dell’Olimpico intero. Non sarà dunque un bagno di folla ma una cerimonia raccolta, sentita. Davanti al terreno di gioco della "Mondo", un terreno sintetico, tecnologico e super moderno. Così diverso dal calcio di Di Bartolomei, quello degli anni 80, quello che aveva un altro sapore. Ecco, Agostino riuscirà a fare anche questo: unire il passato al futuro.