Roma caos: squadra a rapporto da Lucho

03/02/2012 alle 10:11.

CORSERA (L. VALDISERRI) - Ha parlato Luis Enrique, ma hanno parlato anche i «senatori» che hanno chiesto e ottenuto di potersi chiudere da soli nello spogliatoio, senza staff tecnico. Il day after di Trigoria, dopo la pesante sconfitta di Cagliari, la settima in campionato su 20 partite e la nona stagionale comprese le Coppe, è stato l’occasione per i chiarimenti. Luis Enrique h

la pesante sconfitta di Cagliari, la settima in campionato su 20 partite e la nona stagionale comprese le Coppe, è stato l’occasione per i chiarimenti. Luis Enrique ha chiesto ai suoi giocatori come sia possibile vedere una squadra capace di recuperare lo svantaggio iniziale e poi un’altra che butta tutto al vento. Mancanza di concentrazione, errori individuali ma anche di reparto. E, soprattutto, la perdita della dote principale, che aveva portato alle cinque vittorie consecutive: difendersi un 11 e attaccare in 11.

La delusione di Cagliari, per l’allenatore asturiano, è stata profonda. Ha difeso i suoi giocatori dopo la batosta di Torino contro la in Coppa Italia, ha fatto lo stesso dopo il pareggio casalingo contro il , dicendo che in settimana si erano allenati benissimo e che nel secondo tempo contro gli emiliani la squadra era migliorata. Non si aspettava un altro tonfo in Sardegna, tanto più quando la partita si era messa in discesa, da 0-1 a 2-1. E invece, dopo il gol di al 34’, la Roma non è riuscita neppure a concludere in vantaggio il primo tempo. E, appena iniziato il secondo, come è successo troppo spesso, ha immediatamente subito un gol. La squadra ha ascoltato e poi la «vecchia guardia» ha chiesto di poter parlare senza allenatore e staff. Non per organizzare una congiura, ma per uno scambio di opinioni e per ricordare ai più giovani, che hanno meno esperienza di Roma, di quanto sia importante la gara di domani contro l’Inter. Un’altra sconfitta potrebbe portare a una contestazione molto dura, quella che non c’è ancora stata in questa stagione, in cui la tifoseria giallorossa ha dimostrato grande maturità e una «pazienza» davvero insolita nel mondo del calcio.

Finora hanno tutti difeso il «progetto», ma trovarsi a inizio febbraio fuori dalla Coppa Italia, dall’Europa

League e con la zona  lontana dieci punti va oltre le più pessimistiche previsioni.


Si è allargata la «fetta» di tifosi che non ha più fiducia nelle scelte di Luis Enrique, anche se la società ha sempre difeso il lavoro dell’asturiano. Ma è diminuita la comprensione anche per le scelte dei dirigenti, da Baldini a . Nelmirino c’è un mercato che ha portato Marquinho e fatto andar via Borriello e Pizarro. La altre si sono rafforzate— la tesi — e la Roma si è indebolita. Poco convincente anche la sovraesposizione mediatica di molti dirigenti.
«Bisognava soltanto chiedere scusa ai tifosi», è stato il ritornello che si è propagato tra radio private e social network. Quella di Cagliari è stata una sconfitta difficile da digerire perché l’avversario era assolutamente alla portata e perché la Roma sembra aver smarrito quella concentrazione assoluta che è necessaria nel campionato italiano. Tanto più quando ti vengono concesse lunghe vacanze natalizie, l’abolizione dei ritiri prepartita, i viaggi in giornata in occasione delle trasferte più vicine per avere più tempo da passare in famiglia e persino feste notturne nei giorni liberi dati per riposare.