Borini, che bel rompiscatole

07/02/2012 alle 08:22.

CORSPORT (R. MAIDA) - Un calciatore filosofo: «E’ l’anima che mi consente di fare certi sforzi» . Un ragazzo sobrio: «Le cene di gruppo sono belle ma a volte sarebbe meglio starsene a casa» . Un attaccante disponibile: «Pressare alto non è facile e non tutti lo fanno volentieri» . Ecco a voi in tre frasi Fabio Borini, l’uomo che ha distrutto l’Inter.

LA CRESCITA - In pochi mesi ha cambiato vita e prospettive, . Partito come sesto attaccante nella fila di Luis Enrique ha scalato posizioni con il lavoro, l’applicazione, la caparbietà, entrando in fretta nel cuore della Roma. «E’ un giovane vecchio» sussurrano a Trigoria. Nonostante il look educato e quel ciuffo vintage, che lo avvicinano più a un lord inglese che a un tronista di serie A, è riuscito a mettersi in evidenza per quello che serve: la sostanza. (...)
 
L’EREDITA’ lo definiva «un rompiscatole» perché durante gli allenamenti del Chelsea si comportava come una zanzara che pungeva i difensori. E lo paragonava a Pippo Inzaghi (« Mi fa piacere, un po’ mi rivedo nei suoi movimenti» ). Confronto irriverente? Mica tanto. A 20 anni e 11 mesi ha segnato 5 gol in serie A - quattro solo nel 2012, più un quinto in Coppa Italia - mentre Inzaghi alla stessa età giocava in serie B nel Verona. si è portato avanti con i compiti. 
 
MA ALLORA... - Viene da chiedersi perché il Chelsea l’ha lasciato partire a parametro zero? L’errore è dovuto a un contrasto mai chiarito. Nell’ottobre 2010 il procuratore Marco De Marchi, ex difensore della Roma, andò a Londra a trattare il rinnovo e prese tempo prima di dare una risposta. I dirigenti del Chelsea si offesero, credendo in un rifiuto che suonava presuntuoso, ed emarginarono il ragazzo, relegandolo nella squadra riserve. la prese male e decise di andarsene: prima però fece 14 gol con i ragazzini e 6 in 12 partite nella seconda divisione inglese con lo Swansea, che contribuì a portare in Premiership. Lì ha studiato l’esultanza «con il coltello tra i denti, perché io non mollo mai» . (...)
 
IL PRIVATO - è un tipo così: La definizione è di . Il tecnico lo ha anche paragonato a Pippo Inzaghi che all’età di Fabio giocava in B tosto, determinato, freddo. Aggressivo in campo (all’inglese: anche troppo, certi falli sono rischiosi) quanto tranquillo fuori. «L’Inter è il passato, penso già al Catania» ha confidato ieri. A casa registra le partite degli avversari per studiare i difetti dei difensori che dovrà affrontare (poveri Samuel e Lucio). Lo faceva anche in Inghilterra, quando chiedeva ai compagni di abbassare la musica prima delle partite per concentrarsi meglio. E’ fidanzato, legge libri di ogni tipo ed è un appassionato di cucina. Bolognese di Padulle di Sala, esce ancora con gli amici della scuola. Ma in giro si vede poco. Alla cena delle polemiche di via Veneto non ha partecipato perché aveva la famiglia a Roma, nel suo appartamento in zona Ardeatina. Una famiglia di atleti, la sua: la sorella minore, Gloria, è un’ottima saltatrice (fa il lungo). Suo padre Roberto faceva i 400 metri, mamma Cinzia corre ancora la maratona per tenersi in forma. «Hai il cuore di un velocista e la resistenza di un fondista» gli ripete il manager, che lo ha scoperto per caso nelle giovanili del quando aveva 13 anni. , evidentemente, certe qualità le aveva nei cromosomi.