Sei milioni di ragioni per convincere De Rossi

07/01/2012 alle 11:30.

CORSERA (G. PIACENTINI) -Un'intera città (almeno la parte giallorossa), con il fiato sospeso. Mai nella storia della Roma c'era stata tanta apprensione (e morbosa curiosità) intorno al rinnovo del contratto di un calciatore. In questo Daniele De Rossi è riuscito a superare anche Francesco Totti, che quando c'è stato da giurare amore eterno alla Roma ha sempre risolto la questione in pochi minuti.

 

Dopo l'incontro di ieri la palla passa al calciatore. E se c'è una cosa certa, è che comunque vada a finire non sarà per lui una decisione facile. è un uomo con dei valori alti. È stata la vita a fargli capire che il calcio è solo un lavoro, e che ci sono altre priorità. Le sue sono la sua famiglia e soprattutto sua figlia Gaia. È impossibile immaginare una scelta professionale che possa peggiorare la qualità della sua vita fuori dal campo. Per questo se rimarrà per sempre alla Roma, come si augurano tutti i tifosi giallorossi, o se deciderà di andarsene, non sarà una scelta solo professionale.

La sua storia romanista ha vissuto anche momenti bui. Troppe volte si è trovato al centro di polemiche, giudicato non solo per un passaggio o per un gol sbagliati, ma anche per cose che con il calcio non hanno niente a che fare. Giudizi che gli hanno fatto male, soprattutto perché lui è nato e cresciuto con la maglia giallorossa cucita addosso, come una seconda pelle. Cose che non si dimenticano, e che Daniele ha messo in conto nel momento in cui si è seduto con la nuova proprietà a trattare il rinnovo. Mourinho lo corteggia dai tempi dell'Inter, Mancini lo vorrebbe subito a Manchester dove anche Sir Alex Ferguson, dall'altro lato della à, lo accoglierebbe a braccia aperte. Impossibile, davanti a certe prospettive (economiche e professionali) non farsi prendere dai dubbi.
Perché a Roma vuole essere «Capitan Futuro», ma anche separare il cuore dalla ragione. E vuole che la Roma lo tratti come merita. Lo ha capito la società, pronta a fare un sacrificio economico al di sopra delle sue attuali possibilità per non lasciarlo andare. Ora tocca a lui decidere. Vincerà il cuore o la ragione?