Luis Enrique: «Totti speciale, Roma ok»

22/01/2012 alle 09:58.

IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - «Sappiamo tutti che Francesco è un calciatore diverso, per qualità. E che prima o poi i gol li fa. Oggi ne ha fatti due bellissimi. Gli faccio i complimenti per il record, ma soprattutto per il suo comportamento

Sintetico e lineare, l’allenatore giallorosso. Dopo Catania, dove in quell’acquitrino la squadra aveva denunciato qualche difficoltà, ecco finalmente una prova degna della miglior Roma. «Oggi la partita è sembrata facile perché fin dall’inizio siamo stati quasi perfetti, ma il Cesena – sostiene ancora Enrique – è squadra di grande qualità, soprattutto in attacco. Noi siamo stati molto intensi, sia in fase offensiva che difensiva, e la partita è sembrata subito quasi finita. Ma se dimentichiamo i primi dieci minuti del secondo tempo, in cui la partita si è riaperta, la squadra ha fatto un ottimo lavoro»».

Una vittoria ottenuta senza tre giocatori fondamentali, come Burdisso, e Osvaldo. A dimostrazione che il gioco non passa necessariamente attraverso alcuni nomi. «C’è sempre una differenza tra uno e un altro. Importante è avere fiducia in tutti i calciatori. E’ così che incrementiamo il lavoro quotidiano e la squadra diventa più forte». Chiara anche la spiegazione del perché alcuni cambi. «La verità è che noi allenatori guardiamo sempre un po’ più avanti, anche se non sempre si può fare. Ho pensato che martedì giochiamo di nuovo ed è importante preservare lo stato fisico di ogni calciatore. Bojan, Kjaer e Viviani? Magari martedì giocano titolari. Ho sempre dato importanza all’allenamento mettendo in campo quelli che ritengo più giusti per ogni gara».

Un bilancio e un voto al termine del girone di andata? «Continuo a pensare alla prossima partita. Credo comunque che siamo sulla strada giusta. All’inizio non mi aspettavo tanti problemi, ma ora comincio a vedere ciò che ho cercato di far capire ai giocatori. Quello che mi dà più piacere è vedere che tutti si impegnano nelle due fasi, e spero che si continui così. Un voto? Non lo so. E’ lavoro vostro». Cosa manca ancora? «Manca tantissimo – risponde deciso il tecnico. – Abbiamo preso un gol, e non si deve mai pensare che tutto è fatto. Sennò perdiamo la testa. Vincere oggi serve solo a dare fiducia per andare a Torino e fare una bella partita contro una squadra fortissima».

Da una partita “matta”, come a Catania, a una perfetta. «Oggi era una trappola. Con un 3-0 dopo 8 minuti, si può solo perdere. Ne mancavano 82 per perderla. Mi è invece piaciuto che la squadra abbia continuato a giocare nello stesso modo. Mi ricordo che, contro la Lazio, era diventata più rinunciataria. Non mi piace. Credo che in 90 minuti si debba giocare sempre con lo stesso atteggiamento. E mi dà piacere anche il tifo, che continua a crescere, e questo è un buon segno anche per la società». Cosa è cambiato dalla partita con la in campionato a questa di martedì prossimo? «Riuscire a fare la nostra proposta con qualsiasi squadra. Sarà così anche martedì. Se non ci saremo riusciti, vorrà dire che loro saranno stati più bravi. Ma da quella partita non è cambiato nulla. Non c’è una formula magica. Ma solo continuare a fare il proprio lavoro».