![](/IMG/AS ROMA/LAMELA/BIG-lamela braccia larghe esulta urlo.jpg)
CORSERA (G. PIACENTINI) - C'è un'immagine che meglio di tutte fotografa quanto Erik Lamela sia considerato il nuovo fenomeno del calcio italiano. È la faccia stupita e ammirata di Francesco Totti, che lo scorso 23 ottobre ha visto dalla tribuna l'esordio con eurogol del «Coco», nella partita vinta dai giallorossi per 1-0 contro il Palermo. Sono bastati 7 minuti a Lamela per conquistare il cuore dei tifosi romanisti, molto meno per conquistare quello del capitano.
E proprio Totti è uno dei più grandi estimatori del talento nato a Buenos Aires quasi 20 anni fa (compleanno il 4 marzo), costosa scommessa - la Roma lo ha pagato circa 20 milioni di euro, compresi i bonus (il primo è stato versato alla sua decima presenza in campionato) - già vinta da Walter Sabatini. Il d.s. in estate è riuscito a bruciare le più grandi d'Europa e a vestirlo di giallorosso dopo una trattativa infinita con il River Plate. «Spero che diventi il mio erede», l'incoronazione del capitano, che di solito non è così prodigo di complimenti.
Dall'esordio fino alla doppietta che mercoledì sera ha steso la Fiorentina, Lamela non ha fatto altro che raccogliere consensi. «È un giocatore speciale, ma lasciamolo crescere in tranquillità, il giudizio di Luis Enrique che però, da quando lo ha avuto stabilmente a disposizione - ha cominciato la stagione in ritardo a causa di un infortunio alla caviglia rimediato con la nazionale Under 20 dell'Argentina al Mondiale di categoria - difficilmente ha rinunciato a lui. Anche perché di calciatori così giovani e così forti ce ne sono pochi in giro per il mondo. In Italia, poi, sono ancora di meno e quelli che giocano con continuità (tra i '92 Merkel nel Genoa a Acquah nel Palermo, entrambi con un minutaggio inferiore all'argentino) non hanno certo i suoi colpi.
Lamela invece ha le stimmate del fuoriclasse, e non bisogna essere grandi intenditori di calcio per rendersene conto perché si vede a occhio nudo, e in questi mesi è cresciuto notevolmente anche dal punto di vista fisico e della continuità. Straripante quando parte in progressione, ora riesce ad essere costante anche all'interno della stessa partita, mentre all'inizio giocava a sprazzi. Dal pareggio con la Juve (dove si è procurato il rigore poi fallito da Totti) fino alla gara con la Fiorentina è entrato in quasi tutti gli episodi chiave delle quattro vittorie consecutive giallorosse.
Ha carattere, Lamela, perché senza carattere è difficile imporsi così giovani a questi livelli, e la personalità per fare parte di una squadra come la Roma dove ci sono tanti campioni. E dove può capitare di avere anche degli scontri. Come gli è successo con Osvaldo negli spogliatoi del Friuli dopo la sconfitta con l'Udinese.
Era il 25 novembre. A sentirlo parlare oggi, il centravanti italo-argentino, sembra passato un secolo. «Lamela mi ha sorpreso tanto - le sue parole a Sky - ha delle qualità enormi. Bisogna dargli tempo e fiducia perché più gioca e più cresce. Si vede in campo e negli allenamenti che è fortissimo ma lo vedremo fare ancora meglio». Il futuro della Roma, insomma, è in buone mani.