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GASPORT (G. TAVAN) - Un americano a Roma. Per Michael Bradley domani sarà una partita molto speciale, visto che si ritroverà di fronte la Roma, quella che avrebbe anche potuto essere la sua squadra, dopo lo sbarco nella Capitale di DiBenedetto e soci. Invece, la scorsa estate i giallorossi fecero altre scelte e Michael approdò al Chievo, dopo aver ricevuto una serrata corte del diesse Sartori.
Crescita Qualche settimana per ambientarsi nella nuova realtà e nell'ambiente scaligero, sicuramente il miglior modo per inserire in tutta tranquillità un nuovo giocatore nella dimensione della serie A italiana. Pur avendo militato in campionati importanti come quello inglese e tedesco, infatti, il nazionale a stelle e strisce si è reso subito conto che quella gialloblù poteva essere l'occasione della vita per una definitiva consacrazione. «Per me è un onore giocare nel campionato italiano ha sottolineato lo stesso Bradley al suo arrivo a Verona e conosco la ricetta giusta per far bene: allenarsi a mille e dare tutto in campo».
Lavoro E così ha fatto Michael, diventando ben presto una delle pedine fondamentali del nuovo Chievo targato Di Carlo. L'infortunio a Rigoni lo ha lanciato nella sua posizione preferita, che è quella di centrocampista centrale davanti alla difesa, ma Bradley ha dimostrato di sapersi ben disimpegnare in tutti i ruoli della linea mediana, abbinando grandi doti dinamiche ad indubbie qualità tecniche. Domani all'Olimpico avrà l'occasione per mettersi in mostra davanti a quello che poteva essere il suo pubblico e che, magari, un giorno potrà anche diventarlo. La Roma, del resto, lo tiene d'occhio anche per questioni di marketing. In più, con la vicenda De Rossi ancora tutta da definire il mancato rinnovo di Daniele potrebbe lasciare un buco, Bradley si presenta come una valida alternativa nel ruolo occupato dal centrocampista azzurro. E la strada che dall'America porta a Roma è già stata aperta la scorsa estate, con lo sbarco a Roma di DiBenedetto e Pallotta.