Dalla sostituzione con lo Slovan alla doppietta contro il Chievo, 5 mesi racchiusi in un abbraccio

10/01/2012 alle 10:42.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Solo quando la meta è la stessa ci si incontra durante il cammino. Magari si può fare una piccola deviazione (di un mese o poco più) ma poi alla fine la strada si percorre sempre insieme. E’ quello che succede nella vita di tutti i giorni; è quello che, soprattutto

L’allenatore non capiva come mai un’esclusione di , quando lui non lo riteneva al massimo della forma, facesse tanto rumore. Rumore come i 50mila fischi che l’Olimpico gli ha riservato la sera di Roma-Slovan Bratislava al momento della sostituzione con Okaka: difficile ricordare, al debutto casalingo, un tecnico così contestato per una decisione tecnica. , che in quel momento avrebbe potuto (e forse voluto) dire tutto e il contrario di tutto non ha fatto un fiato. Ha accettato - ma non compreso - la decisione di Luis Enrique, ha chiesto ai dirigenti ( in particolare, visto che Baldini non era ancora arrivato) alcune spiegazioni, ha parlato con lo stesso Luis Enrique e ha continuato, come fa da vent’anni, ad allenarsi e a pensare al bene suo e della Roma. Che poi sono la stessa cosa. Si è fatto male contro l’Atalanta, è rientrato, partendo dalla panchina, col Lecce, si è rifermato di nuovo per poi tornare a disposizione per -Roma. Data: 4 dicembre 2011. Una data spartiacque. Un pomeriggio da dimenticare e ricordare. Perché la Roma al Franchi

ne prende 3, esce dal campo in 8 e fa a meno, per 90 interminabili

minuti, del suo uomo più importante. E più forte. «Ho parlato con lui e ho deciso di non farlo entrare visto che stavamo già sul 2-0», dirà a fine partita Luis Enrique. Un gesto di rispetto per l’uomo ancora prima che per il calciatore (nella mente di tutti ci sono ancora i 4 minuti di Genova della scorsa stagione...) da molti sottovalutato vista la crisi in cui era - sembrava - la Roma. Da tutti, appunto

Ma non da . Che da quel giorno ha fatto quadrato, insieme alla squadra, ancora di più intorno al suo allenatore. E sono arrivati, infatti, i punti contro , , e Chievo. Ci sono stati i primi due gol del quest’anno, ma prima c’era stato anche quel rigore sbagliato contro i bianconeri. Dettagli. Perché quello che più conta è che c’è stato, soprattutto, un giocatore che, a 35 anni, si è rimesso in gioco come un diciottenne e un allenatore che ha capito che, a 35 anni e con 264 gol sulle spalle, un giocatore così non può essere considerato come un diciottenne. La meta, cioè la Roma, è sempre stata la stessa. Il cammino, adesso, procede di pari passo. Condito da quell’abbraccio, domenica pomeriggio, che è stato tanto tanto bello. E romanista.

SLOVAN-ROMA Prima partita ufficiale della Roma di Luis Enrique nel preliminare di Europa League. A Bratislava parte dalla panchina, l’allenatore gli concede gli ultimi 20 minuti al posto di Caprari. La Roma viene sconfitta 1-0, il non parla, il tecnico invece dice: «Bojan si è ben comportato e peccato per Caprari che ha preso un palo». Di (e Borriello) in panchina parla invece il ds : «La politica dei giovani l’abbiamo incentivata noi, non l’allenatore che tuttavia è l’interprete. I tifosi saranno già arrabbiati ma hanno dato segnali di grande tolleranza. Chiaro che vogliono vincere le partite, lo vogliamo anche noi, dobbiamo abituarci a questa sofferenza che avevamo già messo in conto».

ROMA-SLOVAN 25 agosto. Il punto più basso del rapporto tra e allenatore. parte titolare, gioca fino a un quarto d’ora dal termine quando Luis Enrique lo sostituisce con Okaka. L’Olimpico non apprezza (eufemismo) e sommerge di fischi il tecnico. esce dal campo con uno sguardo che dice tutto e va direttamente negli spogliatoi, qualche giorno prima si era presentato a Trigoria con una maglietta con scritto "Basta" ed era scoppiato il finimondo (mediatico). Stavolta scoppia allo stadio: la partita termina 1-1, la Roma viene eliminata. Francesco non parla, Luis Enrique invece sì e spiega che si tratta di «scelta tecnica e nessuno sa se ci saremmo qualificati o meno con lui in campo». Tocca a , di nuovo, spiegare l’evidenza: ««Quando è uscito lui, la squadra si è sgonfiata, non si può certo dire che sia stato un cambio fortunato. Però era stanco, perché aveva corso molto».

ROMA-CAGLIARI 11 settembre. Debutto casalingo in campionato di Luis Enrique. Altra sconfitta. gioca tutta la partita ma quello che resta negli occhi, più di ogni altra cosa, sono i suoi sguardi. E le sue parole, scritte sul sito qualche giorno prima della partita per rasserenare l’ambiente. Da Riscone (dove pure aveva parlato benissimo del tecnico) in poi sono le sue prime - e uniche - frasi: «Finalmente inizia il nostro campionato. Avremo tanti calciatori nuovi e tutti quanti dovremo stringerci intorno al nuovo allenatore, alla squadra e alla società. (....) Concentriamoci al massimo: uniti per la Roma».

-ROMA Tre mesi dopo Roma-Cagliari. E’ il 18 dicembre, al San Paolo la Roma batte il dopo il pareggio casalingo contro la . dedica la vittoria a Luis Enrique: «Questo successo - dice in tv e scrive sul sito - lo dedichiamo al nostro allenatore. Ci teniamo a fargli fare bella figura, siamo un bel gruppo e remiamo tutti nella stessa direzione».

ROMA-CHIEVO Minuto 87: esce dal campo, al suo posto Caprari. E’ l’esatto opposto di Slovan-Roma. L’ordine delle cose è al suo posto. Tutto in un abbraccio.