IL ROMANISTA (M. BIANCHINI) - Ci risiamo. Dal covo degli uccelli del malaugurio continua ad uscire lo sgradevole suono del bubbolìo che secondo una consolidata consuetudine ha per bersaglio la Roma. Appollaiati sui rami,
Calma signori! Il nostro capitan futuro è ancora vivo e vegeto per sopravvivere ai malanni fisici, tutti ancora da scoprire, alle eventuali squalifiche e alla sottile polemica che avete fatto balenare fra lui ed Enrique per la sostituzione di Catania. A proposito della trasferta siciliana ha trovato modo di imperversare ancora la malafede. Forse i "soloni" del calcio si sono affrettati a prendere in prestito le cacofoniche dichiarazioni di Legrottaglie secondo il quale, alla fine del primo tempo, il punteggio giusto sarebbe stato di 4-1 per la squadra di casa. Il "chierichetto" del campionato dovrebbe ricordarsi che non gli è permesso dire bugie, pena il posto in Paradiso. Da quando esiste il gioco del calcio si sa perfettamente che in una partita dove la palla scorre sullacqua e non sullerba, chi ci rimette è chi sa giocare a pallone. In quella che somigliava a una gara di pallanuoto, si è trovata chiaramente più a suo agio la squadra "flipper", che manovrava la pallina impazzita, con laggiunta di una agonismo spiritato. Ma il vero gioco del calcio è unaltra cosa. Ci vantiamo di affermare che abita a Trigoria. Senza contare che ben altro discorso sarebbe stato fatto, in quanto a reti fatte e subìte se ci fosse stato concesso un tiro sacrosanto dal dischetto del rigore. "Se son Rosi fioriranno..." vero, sig. Tagliavento?




