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Carnet, che assist dal Viminale

13/01/2012 alle 09:15.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - Avanti tutta con la tessera del tifoso. Ma a condizione che serva veramente per il tifoso, che non sia quindi «soltanto strumento di attuazione di politiche commerciali» e aprendo alla possibilità che la tessera sia «ulteriormente implementata dai club». L’Osservatorio sulle manifestazioni sportive cambia guida, si affida all’ex capo delle

Il richiamo del Viminale è alla sentenza con cui il Consiglio di Stato ha bocciato la pratica di qualche società - tra queste non c’era la Roma - di obbligare il tifoso a sottoscrivere, assieme alla tessera del tifoso, anche un contratto con un partner bancario per il rilascio di una carta di credito prepagata. L’Osservatorio è favorevole a «un rinnovato impulso a meccanismi di facilitazione per i tifosi che possano favorire una loro maggiore presenza allo stadio». Traduciamo dal burocratese. Il Viminale dice: anche se adesso non c’è più Maroni (che peraltro non è stato l’architetto della tessera, pure se è sempre passato questo messaggio), il progetto prosegue. Resta ambiguo il passaggio sui «meccanismi di facilitazione» che riportino la gente allo stadio. Questi meccanismi possono benissimo essere interpretati come il via libera per il carnet ideato dalla Roma ormai sei mesi fa. Perché a questo puntava l’iniziativa della nostra società: permettiamo anche ai non tesserati di comprare un pacchetto di incontri a tariffa ridotta, così evitiamo dissidi con i tesserati, evitiamo di dover distinguere tra romanisti di Serie A e romanisti di Serie B e incrementiamo l’incasso al botteghino. L’Osservatorio ha rispedito l’idea a "Big Trig". Sia causa pressioni interne, leggi Maroni, sia esterne, leggi una parte delle società di A, che temeva un depauperamento della tessera e quindi meno affari per i loro partner bancari. 

La Roma non si è arresa. Ha ripresentato il carnet ai club di A, ha ottenuto che la Lega desse il via

libera all’Osservatorio e poi la promessa che entro fine gennaio sarebbe arrivato il tanto sospirato sì del Viminale
. La nota di ieri dell’Osservatorio va proprio in questa direzione. Ora non resta che passare dalle parole - pardòn, dalle note - ai fatti.