
IL ROMANISTA (D. GALLI) - Una vittoria clamorosa. Non tanto per "Il Romanista", quanto per le milioni di famiglie italiane che vanno allo stadio. LOsservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ha raccolto la denuncia del nostro giornale, che ha sollevato il caso del papà che si è visto negare da un Roma Store un biglietto di Roma Bologna per il figlioletto di 5 anni.
LOsservatorio ha agito su diretto input del ministro dellInterno Anna Maria Cancellieri, che su un tema così delicato comè quello del rapporto tra Viminale e tifoserie dimostra così una sensibilità decisamente superiore rispetto al suo predecessore Roberto Maroni, il pasionario della guerra di trincea alle curve italiane, uno che preferiva i diktat al confronto. Dietro espressa richiesta dellOsservatorio, il baby tifoso è stato invitato dalla Roma in tribuna donore per la partita con il Parma. La prima utile dopo quella con il Bologna, in un orario - le 15 - adatto a un bambino in così tenera età. «In relazione allarticolo di stampa apparso oggi (ieri, ndr), sul giornale Il Romanista, relativo ad un biglietto, per la partita Roma-Bologna, negato ad un genitore per il proprio figlio di cinque anni - si legge nel comunicato stampa - lOsservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive esprime il proprio rammarico per laccaduto evidentemente determinato da uninterpretazione eccessivamente rigida della normativa di settore. Nellauspicare che lAS Roma, da sempre estremamente sensibile alle politiche di inclusione delle famiglie, possa risolvere il problema per il cittadino che si è rivolto al giornale, nei prossimi giorni lOsservatorio fornirà ulteriori chiarimenti e direttive sulla vendita dei tagliandi ai minori».
In fondo, oh, è il papà! Niente da fare, il Roma Store gli nega il biglietto. Luomo dietro al bancone si appella alle norme. Norme che esistono, per carità, ma che sono assolutamente anacronistiche. Lo sono a tal punto che la regola è unaltra. La regola è uno strappo alla regola.Buona parte dei Roma Store e delle ricevitorie Lottomatica, infatti, si accontentano della tessera sanitaria o del codice fiscale del bambino. Fanno bene, agiscono con coscienziosità. Il paradosso, però, è che per rispettare il buonsenso violano la legge. La Roma lo sa, ma deve chiudere gli occhi perché il problema, qui, sta a monte. È la legge stessa a fare acqua. Larticolo 3 del decreto ministeriale 6 giugno 2005, una delle misure anti-violenza della 210/95, la famosa legge Pisanu, prevede che «i titoli di accesso debbano recare le generalità dellutilizzatore». Non si fa cenno alletà del titolare del biglietto. Non esistono deroghe per i minori, anche se quelli sotto ai 14 anni non sono penalmente punibili. È un controsenso. Un vulnus evidente del meccanismo. Il Romanista ha raccolto la denuncia di Stefano. (...)
Perché va ben oltre il caso concreto, mette a nudo una falla del sistema. Una falla lamentata più volte dalla Roma. Una falla che lOsservatorio proverà ora a tappare. Il 23 febbraio convocherà tutte le società di ticketing per ribadire quali sono le linee guida per il rilascio dei titoli di accesso agli stadi. Linee che al Viminale sostengono essere già ampiamente chiare. Forse, non è però così. Altrimenti non si spiegherebbe la disparità di trattamento tra i punti vendita, come dimostra il caso dellInfernetto. Ma perché lOsservatorio si è mosso così tempestivamente? Qualcosa è cambiato. Il Ministro, innanzitutto. E poi la strategia. Dallesclusione si è passati allinclusione, dal divieto categorico assoluto al dialogo. Un esempio, quello più vicino ai tifosi della Roma, è lapprezzamento del Viminale per Cuore Sole, il fan village della Roma, che sarà inaugurato oggi alle 12 a via Canevaro nel parco del Foro Italico da DiBenedetto in persona. È aperto a tutti, ma è pensato per le famiglie. Per tutte le famiglie, anche quelle che non hanno comprato un biglietto di Roma-Bologna: lingresso, gratuito, è infatti prima del prefiltraggio.