Borini, rapimento e riscatto

13/01/2012 alle 09:07.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - La prima cosa che ha detto a chi lo ha chiamato dopo il gol contro la Fiorentina è stata: «Ero in credito con la fortuna». Aveva una voglia di tornare in campo persino difficile da raccontare Fabio Borini. Aveva voglia di dimenticare in un istante il primo infortunio muscolare della sua carriera e voleva farlo con una

Non si ferma mai e anche contro il Milan, il 29 ottobre, l’infortunio era arrivato dopo uno di quegli scatti che fanno parte del suo Dna. L’allenatore, in questi giorni prima del rientro in campo, lo aveva invitato ad andarci piano, a non forzare, ma Fabio, che si è allenato da solo anche due volte al giorno durante le feste, fin dal primo scatto aveva sentito che le gambe "giravano" bene e quindi ha dato retta soltanto al suo istinto. Lo stesso istinto che, sotto la , lo ha portato a non passare il pallone a un liberissimo per cercare il suo primo gol all’Olimpico, il secondo da quando è romanista. «Ce la sto mettendo tutta - ha raccontato a fine partita - perché voglio essere riscattato dalla Roma». , 21 anni da compiere il 29 marzo e nel giro dell’Under 21 di Ferrara, è convinto che questa sia la sua grande occasione. Quando il Chelsea in estate non gli ha rinnovato il contratto c’è rimasto male: era partito per Londra ragazzino e sulla sua strada ha incontrato un allenatore, , che se n’è innamorato al primo allenamento. Occasioni ne ha avute poche, ma gli anni passati a stretto contatto coi campioni inglesi lo hanno aiutato come giocatore e anche come ragazzo. A Trigoria sono rimasti tutti colpiti dalla sua maturità, dal modo di parlare anche in pubblico, dalla serietà con cui, a soli 20 anni, fa la vita del prof e s s ioni s t a . Timido, schivo, in campo si trasforma e ogni allenatore che lo ha avuto ne ha parlato in termini lusinghieri.

In estate il Parma gli ha fatto firmare un contratto di cinque anni ma poi non ha creduto pienamente in lui e , appena ha capito che c’era la possibilità di prenderlo, non ci ha pensato un attimo. Lo stesso ha fatto lui non appena il procuratore lo ha chiamato per dirgli: «C’è una possibilità con la Roma». Il più grande attestato di stima da parte dei giallorossi è arrivato qualche settimana fa: è infortunato, ha avuto una piccola ricaduta dovuta alla voglia di accelerare i tempi, a Trigoria si presenta Pietro Leonardi per discutere il riscatto dell’attaccante, fissato a 7 milioni. Probabile che le due società, che si accorderanno a breve anche per Okaka, decidano per il pagamento biennale visto che la Roma pare orientata a puntare definitivamente su di lui. Su questo ragazzo dalla mentalità inglese, che mentre la maggior parte dei suoi coetanei passava i pomeriggi sui libri e davanti alla tv imparava da Drogba i trucchi delle punizioni e che in un giorno d’estate, in dieci secondi, ha deciso di rimettersi in gioco a Roma: «Ero in treno per raggiungere la Nazionale. Col mio procuratore ho provato a fare un po’ il vago, a sentire la proposta ma la realtà è che appena ho sentito

la parola Roma avevo già detto sì
».