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IL ROMANISTA (G. DELL'ARTRI) - Non sarà la panacea di tutti i mali, ma continua comunque ad essere un bel segnale di unità, anche se non è più una novità, anche se qualche volta si rischia (come è successo) di fare un po troppo tardi. E magari, il giorno prima di un allenamento, si poteva evitare. I giocatori della Roma mercoledì sera sono tornati a cenare insieme, per evitare che i tre colpi presi a Torino potessero incrinare le certezze di una squadra che sta comunque crescendo a vista docchio. A Francesco Totti è bastato uno sguardo ai compagni nel pullman che li riportava a casa, i volti tristi, poche parole e allora il
E magari, il giorno prima di un allenamento, si poteva evitare. I giocatori della Roma mercoledì sera sono tornati a cenare insieme, per evitare che i tre colpi presi a Torino potessero incrinare le certezze di una squadra che sta comunque crescendo a vista docchio. A Francesco Totti è bastato uno sguardo ai compagni nel pullman che li riportava a casa, i volti tristi, poche parole e allora il capitano non ci ha pensato su due volte a lanciare lidea: «Mi sa che vi devo riportare a cena fuori». Detto, fatto. E risultato ottenuto. Perché la serata da Elle a via Veneto è stata allinsegna della grande allegria, senza bisogno di discorsi, di frasi ad effetto per ricompattare il gruppo.
Una serata tra amici, ad esultare ai gol del Barcellona che era impegnato nella sfida di ritorno di Coppa de Re contro il Real Madrid (la partita è finita 2-2 con la rimonta del Real che non è servita a Mourinho ad evitare leliminazione), a scherzare, a farsi le foto fuori del locale con i ragazzi della nettezza urbana che stavano pulendo le strade. Anche stavolta Luis Enrique non ha partecipato, per abitudine preferisce lasciare spazio ai suoi ragazzi, anche se lo scorso anno al Barcellona B a fine stagione fu lui ad offrire la cena a tutti in un ristorante sul mare. Allallenatore piace il fatto che i giocatori facciano gruppo e si ritrovino a cena insieme, gradisce però meno che venga fatto tardi quando il giorno dopo cè allenamento. Il tecnico lo ha fatto presente ai dirigenti, provvedimenti non verranno presi ma Luis Enrique pretende che i suoi calciatori si comportino da atleti esemplari. Sempre. Sicuramente il tecnico non avrà nulla da dire quando, tra qualche giorno, la cena sarà replicata visto che pare che a breve sarà Nicolas Burdisso, una delle anime dello spogliatoio, che sta lentamente riprendendosi dallinfortunio ai legamenti e laltra sera camminava senza stampelle, ad offrire a tutti. Una abitudine, quella delle cene di squadra, che la società apprezza.
Anche se, come lallenatore, non ha gradito il fatto che stavolta si siano fatte le ore piccole. Quella di mercoledì è stata la terza uscita di gruppo stagionale. La prima era stata organizzata ancora una volta da Francesco Totti quasi un girone fa. Si era alla vigilia della sfida di San Siro con lInter e la Roma era reduce dalla eliminazione in Europa League e dalla sconfitta nellesordio in campionato contro il Cagliari. Non servì a vincere contro i nerazzurri ma da quel momento le cose cominciarono piano piano a migliorare pur tra alti e bassi. Come quello di Udine con la sconfitta e le scintille nello spogliatoio tra Osvaldo e Lamela. Qualche giorno dopo, era a fine novembre , lo stesso Osvaldo con un gesto simbolico invitò tutti a cena fuori. Anche in quella occasione gli effetti non si percepirono subito, ma lunione dello spogliatoio permise di superare anche la successiva sconfitta contro la Fiorentina e di iniziare una serie di risultati utili consecutivi in campionato che per il momento conta un pareggio (quello contro la Juve) e quattro vittorie. In passato, anzi in principio, il cosiddetto effetto cena fu addirittura dirompente.
La prima uscita fu organizzata da Damiano Tommasi a fine dicembre del 2005. Era la prima Roma di Spalletti, quella che stentava a decollare e che, a differenza di quella di Luis Enrique, allepoca ancora non aveva fatto vedere quasi nulla del gioco che lavrebbe accompagnata per anni. Eppure qualche segnale di risveglio cera stato. Era di un paio di settimane prima il pareggio di Genova con la Samp con linvenzione di Totti centravanti e subito dopo era arrivata la vittoria per 4-0 sul Chievo. Proprio per festeggiare quel successo e salutare tutti prima delle feste natalizie Tommasi diede il via alla tradizione. Iniziativa che venne replicata un mesetto dopo, quando la serie delle 11 vittorie consecutive era a metà strada. Sono passati sei anni da allora e anche
adesso la Roma è in mezzo a una bella serie (almeno in campionato). Ma non si può chiedere alla cena di mercoledì di portare unaltra striscia vincente come quella. Si può però chiedere alla Roma di provarci, con grinta, determinazione, unione, spirito di gruppo. Quello sembra proprio non mancare.