Sfoghi e insulti via Twitter. Cissè è solo l'ultimo caso

02/12/2011 alle 14:41.

REPUBBLICA.IT (A. ABBATE) - La partita contro il Vaslui era appena finita e Cisse, ennesima gara deludente, straparla su Twitter: "Branco di idioti, rimpiangerete queste parole, tutti voi 'fottuti' che parlate a vanvera. Ai veri tifosi prometto che tornerò a segnare presto. Ma smettetela di chiamarmi 'Leone nero': preferisco Djib".

Neanche il tempo di farsi una doccia - la sfida di Piatra Neamt si è conclusa da appena 3 minuti - che Cisse afferra il suo smartphone e risponde piccato su ai tifosi che hanno osato criticarlo. (...) Oggi Cisse è un problema, non lo si può nascondere. Per Reja (...) ma soprattutto per la Lazio, che ora si ritrova con un piede fuori dall'Europa e con un caso anche mediatico da gestire lontano da Formello. Tutta colpa delle nuove tecnologie.

Sembrano inermi le società, ormai i giocatori sono in possesso dei propri "diritti d'immagine". Parole incontrollate che spesso mettono in imbarazzo il club di turno. Altro esempio: Zarate ha annunciato e spiegato l'addio alla Lazio su prima che fosse firmato il contratto con l'Inter: "Reja, il primo giorno di ritiro, mi ha detto di andarmene".

Alla Pinetina l'argentino ha incontrato un altro "malato di ": Wesley Sneijder aggiorna i tifosi ogni giorno sul suo stato di salute. (...) Il rischio? Le società piano piano stanno cominciando a perdere il "controllo" della comunicazione. Negli Stati Uniti lo hanno capito già da tempo: un paio d'anni fa, un giocatore della Nba fu multato dal club perché con il suo Blackberry insultava in diretta su l'allenatore che lo aveva messo in panchina. Il risultato: nel regolamento della Nba è stato vietato l'utilizzo. Come si comporterà la serie A a seguito di episodi d'imbarazzo sempre più frequenti? Al momento qualcuno sta solo cercando di adeguarsi ai tempi. Dopo la Roma, anche la Lazio il 12 dicembre sbarcherà su e .