IL MESSAGGERO (R. RENGA) - Francesco Totti e i suoi, abituati a muoversi al fischio dinizio, si son fatti vedere alle dieci di sera in punto. Trenta minuti e poco più, meno di un tempo comunque, con Rosella Sensi e poi via, sempre di corsa beati loro, verso una cena di squadra. Con il capitano, Cassetti, De Rossi, Perrotta e
Laltra sera, in un locale sotto il galoppatoio, Rosella Sensi ha festeggiato i suoi quaranta anni. Si balla e si celebra lavvenimento ogni dieci anni. Era successo per i trenta, prima per i venti. «E capiterà sino ai centoventi», dice. E aggiunge: «Almeno i centoventi». Mai porre limiti.
In abito nero e attillato, accanto a lei il marito, le due sorelle, la signora Maria, la zia. E poi gli amici di scuola, i nuovi della politica, tra i quali il sindaco Alemanno, il cui arrivo ha scatenato slanci emotivi nella platea femminile, e, infine, gli amici della Roma. «Sembra un raduno di reduci», ha detto, scherzando su se stesso e gli altri, lavvocato Ferreri, per tanti anni vice di Franco Sensi.
Aveva ragione, lavvocato. Ti guardavi attorno, vedevi i giocatori, salutavi Bruno Conti e Vito Scala e poi anche Pradè, appena arrivato da Londra, abbronzato(ma ci si abbronza sotto la pioggia?)e lievemente appesantito dai dolci inglesi, poi Bendoni, Francesca Viola e quindi tanti altri, ti dicevi che questa era la Roma, ma non era vero: era unaltra Roma, che in parte cè e in parte non cè più. Ma che è stata al centro della serata sino a quando lorchestra non ha alzato le braccia dando la buona notte.
In alto due gigantografie di Rosella, sempre su sfondo giallo e rosso e lei sorridente tra i colori che preferisce. La canzone suonata in occasione del taglio della torta era quella che si ascoltava a Trigoria ogni Natale, quando si cercava di scuotere i giocatori, tendenti al sonno ogni volta che si parla troppo, con qualche nota vivace. E le battute erano tutte per la Roma di Napoli, che aveva rallegrato lintera truppa meno un signore, quasi svenuto alla vista dei giocatori. Tifoso del Napoli, ha detto Rosella a Totti: va capito.
Una Rosella Sensi privata, che è lopposto di quella che si conosce. In pubblico misura le parole, fredda e rassicurante. Gelida qualche volta. Laltra sera non ha perso un ballo. A turno, mentre Conti scuoteva la testa e Vito gli dava ragione, gli uomini della festa le hanno fatto da partner. Scatenato, nella sua allegria, un insospettabile Gigi Di Biagio. Totti a quel punto ha dato un bacio alla principessa della festa, De Rossi ha fatto altrettanto e poi un allungo verso la porta, le scale, il parcheggio, la notte la cena. Rosella aveva appena fatto in tempo a dire, come una volta: «Mi raccomando, fratellino, continuate a vincere».
Non cerano i rappresentanti della nuova Roma. Non è mai facile, in certi casi, conoscersi e apprezzarsi. Verrà il tempo, forse.




