Roma. La svolta

19/12/2011 alle 09:01.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Questa è Roma. Luis Enrique passa il primo esame da grandi a pieni voti sul campo del Napoli mai violato da nessuno in questa stagione. Un successo d’oro dopo il misero punto raccolto in tre partite, un segnale di vita lanciato a tutto il campionato, con la possibilità di continuare la risalita nell’ultimo impegno del 2011 a Bologna dopodomani.

Lamela fa Lavezzi, Osvaldo difende come il miglior Cavani (l’esempio citato non a caso da Luis Enrique alla vigilia) e ritrova il gol scacciapensieri, Heinze e Juan riformano una coppia affidabile, può tornare a fare il suo mestiere, è in crescita: ecco gli ingredienti dell’impresa romanista. Il tutto succede nella sera in cui Luis Enrique perde il primo «confronto» con i cronisti nel toto-formazione. Sono solo quattro i nuovi acquisti in campo dall’inizio e anche stavolta i compiti per gli attaccanti sono diversi: Osvaldo a destra e un indiavolato Lamela a sinistra aiutano a coprire sugli esterni Maggio e Zuniga, lasciando riferimento avanzato. Per la seconda partita di seguito è una Roma sempre meno spagnola e più brava a sfruttare gli errori dell’avversario in contropiede. Mazzarri conferma il «solito» , con Zuniga preferito a Dossena. In tribuna c’è Fabio Cannavaro ad ammirare il fratello che però è subito protagonista in negativo nell’azione spacca-partita. Al 3’ Lamela salta lui e Campagnaro, crossa e per la prima volta in questa stagione trova la «papera» di che, ingannato da un leggero tocco di Aronica, liscia la presa e lancia la Roma. I giallorossi controllano la gara, detta i tempi, Lamela si accende, illumina. Tutto liscio fino al 24’: clamoroso l’errore di Hamsik a porta vuota. La gara diventa bellissima. Lamela non chiude un contropiede «facile», Stekelenburg deve salvare su Maggio, poi Osvaldo fa cilecca due volte e nel mezzo c’è un palo di Lavezzi che era però in fuorigioco. Regolare, invece, la posizione di Lamela quando è lui a colpire il legno. Prima dell’intervallo, non prima dell’espulsione del mental coach giallorosso Llorente per proteste: andiamo bene... Si riparte a mille. Gol annullato al per un dubbio fallo di Maggio su Rosi, Lavezzi fallisce il pari da due passi e si fa male: tocca all’ex laziale Pandev. Al 14’ la Roma si prende la partita: cross rasoterra perfetto di e Osvaldo stavolta non sbaglia.

Mazzarri si gioca le carte della disperazione - Mascara al posto di Gargano, Dossena per Campagnaro - mentre Luis Enrique toglie dalla contesa lo sfinito Lamela e rilancia Bojan. Cavani prova a rimetter in partita il , Perrotta appena entrato per Greco sbaglia il colpo del ko e puntuale arriva il gol degli azzurri con Hamsik. Così i minuti finali diventano un inferno che Luis Enrique decide di far vivere anche a Viviani, dentro per . Ma Simplicio chiude i giochi con il gol della liberazione. Niente «O sordato ’nnamorato», al San Paolo per una notte si canta «Grazie Roma».