Roma all'italiana? No, alla Lucho

20/12/2011 alle 09:06.

CORSERA (L. VALDISERRI) - Luis Enrique «l'italianizzato» è l'allenatore che ha schierato tre attaccanti (Osvaldo, Lamela e Totti) più un trequartista (Pjanic) contro la Juve. Ed è l'allenatore che, sopra 2-0 a Napoli, dove in questa stagione hanno perso Milan e Manchester City, ha sostituito Lamela con Bojan e non con un centrocampista. Detto che ogni opinione è lecita, esistono i fatti, che contano più delle parole.

Un'altra leggenda metropolitana è che Luis Enrique, nel momento della difficoltà, si è affidato alla «vecchia guardia» non facendo più giocare i giovani. Su questo punto l'allenatore asturiano è stato chiarissimo fin dal primo giorno. Ha detto: non guarderò mai la carta d'identità dei miei giocatori, ma il loro rendimento in allenamento e in campo. E così ha fatto. Chi adesso tra i giovani gioca meno (José Angel) è perché ha avuto un calo di rendimento, non perché serve la non misurabile variabile dell'esperienza, che agli occhi di molti quando vinci diventa utile e quando perdi diventa insopportabile vecchiaia.

È un fatto e non un'opinione anche che Luis Enrique, da quando l'ha avuto a disposizione, cioè dal 23 ottobre scorso, ha utilizzato con continuità Erik Lamela (prima bloccato da un grave infortunio alla caviglia, eredità del Mondiale under 20 con l'Argentina e di un trattamento assai poco professionale da parte dello staff medico albiceleste.



Ci sono soltanto due giocatori classe 1992 in tutta la serie A che hanno giocato più minuti dell'argentino (687): sono Alexander Merkel del (748) e Afryiye Acquah del Palermo (702). Tutti e due sono prodotti di vivai italiani (Merkel è di proprietà del Milan) e perciò non dovevano affrontare lingua, abitudini e ambiente diverso da quello cui erano abituati. Altri prodotti del 1992 hanno giocato ben poco in campionato: Coutinho (Inter) 228 minuti, El Shaarawi (Milan) 184 e Castaignos (Inter) 148.

Lamela ha giocato alla grande contro il , ma già contro la
era stato decisivo: si era procurato il rigore poi sbagliato da
e aveva costruito la più bella azione della gara, al 90', mangiandosi il campo da un'area all'altra prima di scaricare un assist ancora per , vanificato da un salvataggio alla disperata di Chiellini. Contro il , Lamela ha giocato 72' (35 palloni, 18 passaggi riusciti, 4 giocate utili, 5 palloni giocati in zona area, un tiro che ha colpito il palo, il cross che si è trasformato nell'1-0). Una prova da veterano, ma a 19 anni.

Italianizzarsi non è una colpa, così come non lo è giocare all'italiana. Ci sembra però una novità rinunciare a portare la squadra in trasferta un giorno prima. Luis Enrique ha preferito viaggiare a la mattina della gara: avesse perso, l'avrebbero fatto tornare subito spagnolo.


In molti, poi, avevano sorriso per la presenza di un mental coach, Antonio «Tonin» Llorente. È quello che domenica sera è stato espulso da Celi (che era quarto uomo in Roma- e già lo aveva redarguito per l'esuberanza in panchina). Llorente si è preso un'ammonizione con diffida, più una multa di 2.000 euro dal Giudice sportivo. «Ma la partita va vissuta in maniera molto calda — ha detto —, altrimenti facciamo meglio a stare a casa. Però devo fare più attenzione, ho protestato per un fallo fischiato dall'arbitro. Ma è più importante il lavoro dei giocatori rispetto al mio».

Il suo è stato un segnale dato al gruppo, che lo ha recepito lottando su tutti i palloni.