Quando la Roma non si insultava

16/12/2011 alle 08:48.

IL MESSAGGERO (R. RENGA) - L’ultimo caso è quello di Francesco Totti, che essendo il capitano della squadra e il miglior calciatore giallorosso di tutti i tempi, la Roma sintetizza e rappresenta, portandone la bandiera. Non c’è bisogno di raccontare che cosa sia Totti, della gamba rotta, dell’altro infortunio, del no al Real, del mondiale e

, su due piedi e a botta calda, ha pensato di andare via. E questa volta non c’entrano il tecnico e i dirigenti. C’entrano i tifosi, sempre che tifosi si possano chiamare soggetti che ritengono di avere il diritto di passare a vie di fatto (fortunatamente solo orali) contro chiunque. Nel nostro caso un calciatore, famoso e generalmente amato. Cambianoi tempi,si dice banalizzando. Cambiano gli uomini. Cambia tutto. Qui ci occupiamo solo del rapporto tra la Roma e il suo popolo, che nel 1927 perse la testa alprimo sguardo. Il rapporto s’è incrinato, i teppisti alzano la voce e lemani e l’eroe senza macchia non riconosce più i suoi e sogna una pace calcistica altrove da scongiurare.