Prati e Cordova contro Capello

12/12/2011 alle 10:35.

IL ROMANISTA (M. IZZI) - E’ il 5 maggio 1974, la Juventus ha appena lasciato all’Olimpico le ultime speranze di conquistare lo scudetto (che ahimè finirà alla Lazio). La gara è appena finita, Luciano Spinosi, scuro in volto, fugge dai taccuini dei cronisti: «Vado a casa». Salvadore fa invece il pianto greco invocando non uno, ma

I tifosi e i ragazzi di Liedholm, però, della sensibilità bianconera se ne fregano, sono anni che aspettano di vedere Capello e compagni battuti e se la cosa comporterà dei dispiaceri agonistici, tanto meglio. Nella ripresa c’è sempre il “demonio” Capello a tenere in vita i campioni d’Italia. Si lancia in uno slalom facendo fuori quattro giallorossi e poi lascia ancora ad Anastasi la formalità d’impattare: 2-2. A questo punto, la Roma addormenta il gioco con la sua ragnatela, per arrivare con un’accelerazione imprevista e improvvisa alla zampata del 3-2 di Prati. (...) Alla Roma basta un punto per eliminare i residui patemi d’animo della classifica. Le ostilità si aprono con un Cordova caricato a mille. E’ suo il lancio di 40 metri che dopo 12’ pesca Morini smarcato sulla destra. La palla è rimessa al centro per Prati che controlla con una mezza giravolta e serve Domenghini che non lascia scampo a Zoff. Per i bianconeri non c’è neanche il tempo di sgranare gli occhi, passano appena quattro minuti e si rifanno sotto. Naturalmente è proprio Capello, con una zuccata, ad eludere l’intervento di Santarini e Batistoni. La palla finisce al liberissimo Anastasi e l’1- 1 è cosa fatta con buona pace di Paolo Conti (in giornata tra l’altro di luna nera, con due uscite a vuoto da brividi).
Dopo due belle conclusioni di Viola e Prati (sventata in calcio d’ angolo da Zoff), è Negrisolo, colpevolmente abbandonato dalla difesa ospite, a firmare di testa il 2-1, tre minuti prima della conclusione del primo tempo.