Mazzarri-Luis Enrique, il calcio agli antipodi

18/12/2011 alle 11:50.

LA REPUBBLICA (M. AZZI) - È pure un confronto di stili: Mazzarri cambia solo per forza, Luis Enrique ne pensa sempre una nuova. Ma sono opposti che si attraggono, se è sincero lo scambio di complimenti della vigilia



Pensiero condiviso dai 50 mila tifosi che stasera affolleranno il San Paolo. Per il , fino a metà febbraio, non ci sarà più la dolce zavorra della
. E allora, senza e con tutti i titolari


a disposizione, sembra proprio il momento giusto per cambiare passo in campionato. Ora o mai più, anche se Mazzarri non si sente spalle al muro. «È una partita importante, ma non più di quelle che verranno dopo. Per noi sono tutte delle finali, lo ripeto da due anni. Di punti in classifica ne stiamo facendo. Che siano pochi o abbastanza dipende dalle aspettative», tira il freno il tecnico azzurro, ricordando che nessuno l'ha obbligato a vincere sempre. «De Laurentiis mi ha fatto i complimenti per il bel gioco: le prestazioni vengono prima. Ma sono d'accordo che bisogna coniugarle con i risultati. Non è vero che abbiamo privilegiato l'Europa, giochiamo tutte le gare per ottenere il massimo e sarà lo stesso contro una squadra forte e giovane come la Roma». L'unico dubbio di formazione è il ballottaggio tra Zuniga e Dossena. Buone notizie anche dal mercato: è quasi fatta per il giovane attaccante cileno Edu Vargas, strappato alla concorrenza per 13,5 milioni. L'unica ombra è l egata alla diffida di Lavezzi: «Il Pocho non si farà ammonire, sa che abbiamo bisogno di lui».



La Roma sente invece di avere bisogno di più di prima e nonostante il rigore sbagliato con la . «Non l 'ho mai visto in forma come in questa settimana, se ci sarà un penalty lo batterà lui», ha detto Luis Enrique, lasciando intendere che il capitano sarà titolare. Non è invece stato convocato Gago, e allora tornerà nella sua solita posizione a metà campo, facendo spazio a Juan in difesa. Le grandi manovre continuano, in casa giallo rossa. Ma il manovratore è nervoso e ieri, aTrigoria, è quasi venuto a contatto con un giornalista. «Macché voti, qui non siamo a scuola. Chiedo di essere rispettato».