Luis Enrique, il coraggio delle idee

14/12/2011 alle 08:49.

CORSERA (L. VALDISERRI) - Si può essere soddisfatti del lavoro di un allenatore che ha conquistato un punto nelle ultime tre partite? Detta così, la risposta è una: no. E questo pensa una maggioranza crescente di tifosi su Luis Enrique. Senza pretendere di far cambiare idea a chi pensa che Luis Enrique sia il freno che intralcia la Roma — ogni opinione è lecita — elenchiamo tre motivi per cui l'allenatore asturiano è la miglior soluzione possibile per la Roma attuale e, soprattutto, futura.

1) Viviani (19 anni), Lamela (19), (21) e José Angel (22) in campo; Caprari (18) in panchina. Ci lamentiamo di un calcio italiano vecchio, in un Paese dove ai giovani è negato ogni accesso anche in altri campi lavorativi. Essere giovani non è un merito, di per sé, ma non può essere una colpa. L'esperienza si fa con le partite vere, non con le amichevoli. E lunedì sera, dopo aver combattuto la domenica con un virus intestinale, Lamela si è mangiato metà campo per servire un assist a . Chi allenerà Lamela tra due anni, ringrazierà Luis Enrique. Tanti altri, lunedì, avrebbero fatto giocare Perrotta e Simplicio.

2) Si è detto spesso dell'asturiano: è un integralista, incapace di adattarsi alla realtà. Contro la , invece, Luis Enrique ha schierato un particolarmente efficace per limitare Pirlo (con trequartista) senza per questo rinunciare a tre punte (Lamela e Osvaldo «larghi» e centrale). Adattarsi senza rinunciare alla propria natura è segno di intelligenza. Però, visto che non va mai bene nulla, gira già la leggenda di un Luis Enrique che ha abdicato al progetto.

3) Contro la , per necessità, Luis Enrique ha chiesto a molti giocatori il sacrificio di giocare fuori ruolo (, Lamela, Osvaldo, Taddei). Da tutti ha ottenuto il massimo impegno possibile. La reazione di Osvaldo? Questa sì, non lo schiaffo a Lamela a Udine, è un segnale di voglia di vincere. Sta nascendo un gruppo, serve solo un po' di tempo.