CORSERA (C. DEL FRATE) - Ogni riga, una denuncia: Carlo Gervasoni impiega undici pagine di verbale per riversare agli atti dell'inchiesta Calcioscommesse di Cremona una miriade di nuovi episodi. Al tirare delle somme altri 11 giocatori con un presente o un passato recente in serie A (oltre al laziale Mauri o al bolognese Rickler, trapelati solo due giorni fa) finiscono nei verbali del pm Roberto Di Martino. Uno sfogo, più che una confes
I passaggi di maggiore interesse sono ovviamente quelli legati alla serie A, Gervasoni comincia da Palermo-Bari che doveva terminare con due gol di scarto per i siciliani ma che finì 2 a 1 perché il palermitano Miccoli (all'oscuro del «taroccamento») sbagliò un rigore. Secondo quanto mi riferì Gegic ecco il passaggio del verbale era stato Carobbio (altro indagato, ndr) a mettersi in contatto con alcuni giocatori del Bari; mi riferì che erano stati corrotti i seguenti giocatori: Daniele Padelli, Simone Bentivoglio, Alessandro Parisi, Andrea Masiello e Marco Rossi». Su Lazio-Genoa (4-2) ecco di nuovo le parole di Gervasoni: «So sempre da Gegic che gli slavi, dopo essersi messi in contatto con Mauri della Lazio, si incontrarono con Milanetto del Genoa il quale a sua volta interessò altri giocatori della squadra. Il risultato concordato fu un over e venne raggiunto». Ultimo incontro della massima serie preso in esame è Lecce-Lazio (2-4): «Gegic mi disse che gli slavi si misero nuovamente in contatto con Mauri... furono corrotti sei o sette giocatori del Lecce dei quali ricordo solo i portieri Benussi e Rosati».
La serie A entra nel verbale anche per altri versi: Gervasoni parla dei fratelli Cossato: «Quando mi contattarono in prossimità di Atalanta-Piacenza (per perdere la quale i giocatori emiliani incassarono 80 mila euro, ndr) mi rappresentarono di avere dei contatti nel Chievo, in particolare Pellissier ed Eriberto. I due consentivano ai fratelli Cossato di manipolare le partite del Chievo, qualora se ne presentasse l'occasione». Pellissier è il capitano della squadra veronese, nome già emerso a giugno nel primo troncone d'inchiesta (dal quale è uscito pulito), il secondo è un brasiliano protagonista di una singolare vicenda: esordì in Italia presentando un falso nome (Eriberto Conceicao) salvo scoprire qualche anno dopo che le sue generalità erano diverse (Luciano Siqueira Da Silva, nome con cui gioca ancora oggi). Altro atleta del Chievo che secondo il pentito si sarebbe prestato a combine è Vincenzo Italiano, oggi al Padova, «il quale confidò anche che il Padova si era com, prato la partita con l'AlbinoLeffe nel campionato 2009-2010». Il Chievo ricompare nel verbale per il match di Coppa Italia col Novara: «Gli slavi offrirono ai giocatori del Novara 150 mila euro perché perdessero: i soldi furono consegnati a un albanese che giocava nel Novara (Shala, probabilmente) che gli stessi divisero con altri giocatori, tra cui il portiere Fontana». Gervasoni racconta poi come fu introdotto nel giro delle partite truccate: «Fu Matteo Gritti, nel 2009 portiere del Bellinzona, a prendere l'iniziativa... incontrai lui e Gegic al Casinò di Lugano, locale che io frequentavo».




