La rinascita passa da Osvaldo. E Baldini elogia Luis Enrique

23/12/2011 alle 09:49.

LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Sette gol, più una bella rovesciata annullata ingiustamente, e la sensazione che Osvaldo sia uno dei segreti della rinascita romanista. Non solo per le reti, ma soprattutto per quella sua voglia matta di mettersi a disposizione della squadra, di lottare su ogni pallone, a costo di risultare irritante e “borbottone” nei confronti dei compagni. L’argentino, destinato

che Osvaldo sia uno dei segreti della rinascita romanista. Non solo per le reti, ma soprattutto per quella sua voglia matta di mettersi a disposizione della squadra, di lottare su ogni pallone, a costo di risultare irritante e “borbottone” nei confronti dei compagni. L’argentino, destinato a essere protagonista anche nella nazionale azzurra, è un passionale, uno che male digerisce le critiche ma che, c’è da giurarci, è l’ultimo a tirarsi indietro davanti alle difficoltà.

È a lui che Luis Enrique si aggrappa, mentre Baldini elogia il tecnico spagnolo. «Sta giocando nello stesso modo di inizio stagione — l’analisi del diesse al Romachannel — il possesso palla è rimasto lo stesso, e siamo calati contro  e solo perché sono due grandi squadre. Il tecnico è al suo primo anno e sta già andando al di là delle aspettative. Non si è italianizzato, soprattutto se si fa riferimento al vecchio concetto di catenaccio, non riesco a capire come lo si possa definire così».

La squadra è in vacanza, una vacanza piuttosto lunga, visto che la ripresa degli allenamenti è prevista per il pomeriggio del 2 gennaio, a soli sei giorni dalla sfida casalinga con il Chievo. Fino a quella data ci sarà il margine giusto per provare a sottoscrivere il rinnovo contrattuale di De Rossi. La tempistica comincia a essere quantomeno preoccupante. «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere — sorride Baldini — al di là di questo, Daniele è una persona pura, con un’identità ben definita. È una persona di cui la Roma ha bisogno. Contro la  ha dimostrato di poter passare da mezzala, a interno, a difensore centrale, come pochi altri centrocampisti in Europa possono fare».