CORSPORT (E. INTORCIA) - Unattesa lunga, resa ancora più snervante dalla consapevolezza, per ciascuno dei protagonisti, di aver già fatto tutto quello che era in proprio potere per chiudere laffare. Borriello ha già detto sì alla Juve e si è anche messo allopera da un paio di giorni per cercare casa a Torino, lui che a Roma finora aveva abitato in albergo, senza preoccuparsi più di tanto di mascherare lentusiasmo per il suo imminente passaggio in bianconero. Prima di tesserare la punta romanista Marotta deve cedere almeno uno tra Toni Amauri e Iaquintail reparto avanzato e alleggerire il monte stipendi almeno fino a giugno. .
LATTESA - La Roma ha fretta, vorrebbe chiudere il tutto entro 48 ore e in questo senso ha lanciato segnali alla Juve. Ma il club bianconero prende tempo, ha bisogno di tempo. Prima di far entrare Borriello nello spogliatoio, deve liberare almeno una casella, anche se il piano è far uscire tre giocatori in una volta sola, vale a dire Amauri, Iaquinta e Toni. Questo per non correre il rischio di ritrovarsi paradossalmente a febbraio con un parco attaccanti più nutrito piuttosto che sfoltito e razionalizzato secondo le esigenze di Antonio Conte.
LE STRATEGIE - La Juve prende tempo per annunciare Borriello per due motivi. Primo: vuole liberare almeno una casella in attacco, con la consapevolezza che una sola partenza tra Amauri, Iaquinta e Toni garantirebbe la più ampia copertura economica alla nuova operazione di mercato, visto che si parla degli ingaggi tra i più importanti della rosa bianconera. Secondo: vuole potersi muovere sul mercato in uscita con le mani libere, senza vincoli, senza farsi prendere per il collo dagli acquirenti perché costretta a vendere il più in fretta possibile. (...)




