GASPORT (C. LAUDISA) - La trattativa per il rinnovo di Max Allegri con il Milan ormai dipende solo da questioni economiche. E le ammissioni degli interessati di ieri confermano le indiscrezioni delle ultime ore. Il tecnico livornese insiste per avere una parte fissa di 2,5 milioni, mentre Adriano Galliani insiste per un prolungamento da 2 milioni netti sino al 2014 con incentivi legati ai piazzamenti-successi nelle varie competizioni.
Fine dei paperoni L'allenatore più pagato in serie A è Mazzarri(2,5 milioni), a ruota Luis Enriquecon 2. In coda c'è Cosmi con 180 mila euro. Questa panoramica permette di fare delle importanti considerazioni. Dopo i periodi delle vacche grasse il potere contrattuale dei nostri tecnici è diminuito: sino a 2 anni fa lo scettro spettava a José Mourinho che arrivava a 12 milioni, quanto il suo top player Eto'o. E a ruota c'erano i lauti guadagni di Ancelotti (5 milioni) o Spalletti (3,5 milioni con la Roma), ma anche Mancini al momento del congedo dall'Inter percepiva 6 milioni netti all'anno. Una volta partiti gli alfieri della generazione di mezzo, il livello retributivo medio s'è abbassato sensibilmente, con un vero e proprio ritorno all'antico.
L'apripista Sino a metà anni '90 i tecnici italiani non avevano un appeal particolare. Il primo a porre la questione economica fu Sacchi che teorizzò di non poter guadagnare meno dei suoi giocatori. Ma il primo ad aver partita vinta su questo fronte fu Capello nel '97. Richiamato dal Real Madrid l'allenatore ottenne uno stipendio da 4 milioni netti (l'equivalente in lire) e mantenne questo livello nelle successive esperienze con Roma e Juve. E a ruota i suoi colleghi ottennero un progressivo riconoscimento. In dieci anni, però, il vento è cambiato. E anche il campione d'Italia in carica fatica a staccarsi da quota 2 milioni. E' il segno dei tempi.