IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Duecentosedici minuti senza segnare sono tantissimi, praticamente due partite e mezza e la Roma, sempre molto prolifica in zona gol, non viveva un periodo di astinenza così lungo da più di tre anni. Lultima volta le era capitato tra il 28 settembre e il 26 ottobre 2008, quando restò senza segnare per 314 minuti, ovvero dal gol di Vucinic al 31 di Roma-Atalanta 2-0 a quello, ininfluente, su rigore di Totti al 75 di Udinese-Roma 3-1.
Da allora, però, in campionato non era più rimasta così tanto tempo senza segnare fino ad oggi. Questa è la statistica, ora le cause andranno spiegate da altri, anche se rinunciare per scelta tecnica ad un bomber vero come Borriello e tenere in panchina uno che ha fatto 207 gol in A come Totti qualche dubbio lo suscita. Specie se davanti ci si presenta a Firenze con tutte mezze punte come Bojan, Lamela e Pjanic. Quanto ad Osvaldo niente da dire. Se le regole ci sono vanno rispettate. Punto e basta e dalla prossima sarà di nuovo in campo. Intanto però registriamo questo regresso in fase offensiva che già si intuì ad inizio stagione, quando questo gioco molto orizzontale non portava a grandi conclusioni in porta. Vedere poi tutti quei cross arrivati in mezzo allarea fiorentina dove non cera nessun romanista in grado di sfruttarli di testa ha fatto ancora più rabbia. A questo aggiungiamo i tre espulsi, che danno alla Roma il triste record della squadra con più cartellini rossi sulle spalle del campionato insieme al Genoa (cinque a testa) e il continuo assottigliamento dei centrali di difesa, che dopo gli infortuni di Burdisso e Kjaer in vista della Juve
conteranno la squalifica di Juan.