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CORSERA (L. VALDISERRI) - Beata gioventù. La Roma gioca la miglior partita della stagione, aiutata anche da un Lecce troppo timido fino al 2-0, ma la vince 2-1 quando avrebbe dovuto chiuderla almeno con quattro gol di scarto. Bojan si divora tre gol (uno che ricorda lo sciagurato Egidio, cioè Calloni, mancando un tap-in a un metro dalla riga di porta su assist di Lamela), uno se lo mangia lo stesso Lamela dopo portentosa azione personale e il guardalinee Carrer (sciagurato come Calloni e Bojan) commette un reato di leso calcio facendo annullare una straordinaria rovesciata di Osvaldo che, alla mezzora della ripresa, aveva segnato il 3-1.
I tifosi giallorossi e Luis Enrique in panchina, così, devono aspettare il triplice fischio di Brighi (di poco meglio del suo assistente) per tirare un sospiro di sollievo. La Roma doveva vincere e ha vinto. Ora è al quinto posto in classifica e può affrontare con un minimo di serenità, da qui a Natale, un filotto di trasferte (Udine, Firenze, Napoli e Bologna) inframmezzato da una sola partita all'Olimpico, il Monday Night del 12 dicembre contro la Juventus.
In assenza dei delegati al gol, cioè gli attaccanti, risolvono la pratica due centrocampisti, tutti e due al primo gol in maglia giallorossa. Il primo è di Miralem Pjanic, su perfetto assist di Taddei, e il secondo di Fernando Gago, che con la porta avversaria non ha esattamente un feeling strepitoso. L'argentino, arrivato in prestito dal Real Madrid ma diventato ormai un punto fermo della squadra, in carriera ne aveva fin qui segnati due: uno con il Boca Juniors (su 68 presenze) e uno con il Real Madrid (su 92). Avendo iniziato giovanissimo, pare più vecchio della sua età: ha solo 25 anni e con Pjanic e De Rossi forma un centrocampo qualitativo e futuribile come pochi altri in Europa.
La Roma ha strameritato di vincere, il Lecce ha fatto troppo poco per non perdere. Il migliore è stato Bertolacci, classe 1991, vivaio romanista in prestito ai salentini. Ha segnato un bel gol e tenuto in apprensione la difesa avversaria. È stato però poco assistito.
La vittoria permetterà a Luis Enrique di non essere messo in croce per le ennesime scelte da toto Luisito. A Trigoria girano infatti schedine sulle quali si può scommettere su quali saranno gli 11 titolari. Finora indovinare è stato semplice come vincere la Lotteria di Capodanno e il Superenalotto con lo stesso biglietto.
Roma-Lecce non ha fatto eccezione. L'asturiano ha lasciato in panchina José Angel come a Novara per Taddei (uno dei migliori in campo, forse siamo al sorpasso) ma soprattutto Francesco Totti, che aveva recuperato dall'infortunio subito contro l'Atlanta (1 ottobre), si era allenato con il gruppo per tutta la sosta delle nazionali e sembrava sicuro del posto.
Totti è entrato al 21' del secondo tempo, ma non al posto di Lamela, che fin lì aveva giocato da trequartista, ma al posto di Bojan.
L'argentino è passato a fare la punta con Osvaldo e Totti ha fatto il 10. Un segnale anche questo: Lamela sta guadagnando spazio. Beata gioventù. Anche quella di Kjaer che ha fatto segnare Bertolacci e rimpiangere Burdisso, operato ieri (stop di 7 mesi).