
IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - «Sono pronto. Speriamo vada tutto bene». Pronto. Pronto per la presenza numero 14, che poi è la prima, sicuramente la più importante. Questa sera allOlimpico Pablo Daniel Osvaldo vestirà per la quattordicesima volta la maglia azzurra (tra quella maggiore, lunder 21 e lOlimpica). Ma sarà tanto diversa
Che era limpianto nel quale ha giocato negli anni allEspanyol, quello in cui si è ricostruito una carriera. Lontano dagli occhi del calcio italiano, non da quelli di Cesare Prandelli, che lo aveva apprezzato a Firenze e che, appena ne ha avuta loccasione, lha richiamato in Nazionale e lo ha rilanciato. E così ecco laccelerazione che nessuno si aspettava. Tranne la Roma, che su di lui ha puntato e la cui fiducia è stata per ora ricompensata. Eppure è stato lo stesso Osvaldo dal ritiro azzurro ad ammettere che tutto sta accadendo a mille allora: «Ancora non ci credo, sta succedendo tutto molto velocemente. Spero di inserirmi bene in una squadra che sta facendo benissimo. È chiaro che vorrei fare una grande partita nel mio stadio, ma prima di tutto viene lItalia». E far bene significa segnare, certo, ma non solo. Perché se il ct lo ha chiamato è perché vede in lui le caratteristiche dellattaccante moderno, capace di fare tutto, proprio come ha chiesto alla vigilia del match: «Voglio che Osvaldo e Balotelli quando perdono palla aiutino i compagni, devono essere molto attivi da questo punto di vista ed i primi a contrastare». Osvaldo e Balotelli, una coppia inedita, che potrebbe anche essere quella del futuro, magari dellEuropeo. Per meriti.
Andando oltre quelli che storcono il naso per il fatto che Pablo è un oriundo. Lui chiude la questione già affrontata nella scorsa convocazione con poche parole: «Non voglio più tornare su questo argomento. Ho fatto la mia scelta, sono argentino ma anche italiano e il mio futuro lo vedo in Italia». Punto. Anche se tra qualche mese Roma la potrebbe lasciare per andare in Polonia ed Ucraina. Le porte dellEuropeo per lui si stanno aprendo, anche per colpa dei guai fisici di Cassano e Giuseppe Rossi. Che difficilmente recupereranno in tempo. Ma Osvaldo, sulla questione risponde con eleganza ed orgoglio: «Mi auguro che tornino presto in campo. Voglio essere convocato per merito e non per lassenza di altri». Ma quello è il futuro. Il presente dice che stasera alle 20.45 Osvaldo sarà lì per cercare un gol che con lazzurro gli manca dal 29 maggio 2008, quando segnò al Cile con la Nazionale Olimpica. Lui sembra concentrato sullimpegno e sullavversario: «Quella con lUruguay è una grandissima squadra, per noi è una grande sfida. Speriamo di fare una buona partita e personalmente spero di dare una buona impressione e di inserirmi bene nella squadra». Modestia ma non solo. Perché quando gli chiedono se si sente allaltezza di una sfida con Cavani e Suarez, risponde secco: «Se gioco in Nazionale si vede che qualcosa di buono lho fatto anche io». Lha fatto, eccome. E le ultime 5 volte, quel buono i romanisti lo hanno visto da vicino»