
CORSERA (L. VALDISERRI) - Buongiorno Vincenzo Montella, 37 anni, l'allenatore più giovane di un campionato vecchio. Le hanno mai fatto pesare la sua età? «A me non pesa».
«A me non pesa».
Il Catania ha 14 punti, 3 più della Roma e 6 più dell'Inter. Quando ha visto il calendario (Fiorentina, Lazio e Milan fuori, Juve e Inter in casa nelle prime 10 giornate) ha pensato: 1) chi se ne frega, prima o poi le devo incontrare tutte; 2) se ci arrivo alla 10ª giornata...; 3) faccio vedere subito chi sono?
«Un po' la prima e un po' la seconda».
Dodici gol fatti e 12 subiti: quale numero la sorprende di più?
«I gol subiti. Troppi».
È un caso che il calcio più bello in B lo facciano due vecchioni come Zeman e Ventura?
«Sì e no. Ci sono altri vecchioni che fanno male. In realtà sono bravi loro, ma si sapeva già».
Perché ha scelto Catania?
«Perché è stata la squadra che più mi ha cercato e perché ha una grande organizzazione societaria che ti permette di lavorare con serenità».
Con i Giovanissimi della Roma faceva il 4-3-3, con la Roma il 4-2-3-1, al Catania la difesa a 3. Scelta, lusso o necessità?
«Non esiste un modulo esatto, se no lo utilizzerebbero tutti. Per un allenatore è importante infondere un'idea di gioco, a prescindere dai moduli, e a volte la scelta dipende dai giocatori che hai».
Dicevano: Montella è bravo coi giovani. E poi lei ha resuscitato Delvecchio...
«L'ho preso subito in considerazione, vedevamo i suoi dati crescere ogni giorno. Non si gioca con la carta d'identità».
Se non fa giocare Maxi Lopez e lui le tira una bottiglia d'acqua lo punisce o pensa a lei, a Capello e a Napoli-Roma?
«Chiarisco una volta per tutte. Io non ho mai tirato una bottiglietta in faccia a nessuno. L'ho tirata dalla parte opposta. E poi credo che un giocatore che reagisce verso il proprio allenatore, senza eccedere, possa essere un valore aggiunto per la squadra».
A Roma non l'hanno tenuta perché pensavano fosse troppo amico della vecchia guardia. Eppure alla sua prima gara aveva mandato Totti in panchina...
«È stata una scelta comprensibile. Ci siamo confrontati con la dirigenza della Roma, avevano bisogno di un cambiamento e doveva passare dall'allenatore. Volevano un uomo non contaminato dal calcio italiano».
Qualcuno se l'è presa per la sua frase su Luis Enrique: se avevo i suoi punti magari mi avevano già cacciato...
«Io ho detto che ero sempre più convinto della mia scelta di venire a Catania. Se a Roma avessi avuto un inizio così, per lo scetticismo che regnava a causa della mia inesperienza, non avrei avuto vita facile. Ma mi riferivo alla situazione, non ai dirigenti. Questa frase l'avevo detta anche quando la Roma andava bene, ma allora non gli era stato dato risalto, adesso sì».
Scaramanticamente, al derby, avrebbe evitato la conferenza stampa di Totti o la maglietta di Osvaldo?
«Non sono scaramantico».
Campionato livellato verso il basso o l'alto?
Delle grandi incontrate quale le ha fatto la miglior impressione?
Un aggettivo per il Montella di Empoli (27 gol in C1)?
«Incosciente».
Del Genoa (21 gol in B)?
«Sognatore».
Della Sampdoria (58 gol in A)?
«Entusiasta».
Della Roma (83 gol in A)?
«Coinvolto».
Del Fulham (3 gol in Premier League)?
«Studioso».
Della nazionale italiana (3 gol)?
«Realizzato».
Dell'allenatore Montella?
«Devo ancora iniziare...».
Cosa consiglia a Cassano?
«Gli faccio solo tantissimi auguri, poi lo sentirò».
Gli esami non finiscono mai, domani c'è il Milan. Tra i due livornesi le è più simpatico Allegri o Mazzarri?
«Allegri».