
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Nel nome del padre. Se la vita di Erik Lamela fosse un romanzo, i ruoli del fedele alleato e dello scomodo sfidante li incarnerebbe una sola persona: il papà José. Non si dà pace, Erik: «Mi segue ovunque, ma ha sempre qualcosa da ridire». Cera anche per il debutto del figlio allOlimpico, don José Lamela: «Bel gol, ma gioca troppo vicino agli attaccanti». Critico, come
Ogni giorno il trequartista argentino accende il dvd per studiare i filmati con le imprese del suo capitano, per emularlo, rapito dal gesto di Francesco di cedergli la villa a Casal Palocco. Lì oggi Erik vive con la sua ragazza Sofia Herrero insieme a papà, mamma, e ai fratelli Axel e Brian, che ha inventato per lui il soprannome Coco e ora lo sfida alla Playstation3, tra giochi di calcio e guerra. Non deroga sulle uscite: niente discoteca, solo qualche aperitivo con Okaka dopo la pizza in centro in famiglia per festeggiare il primo gol. Attenzioni mutuate dal papà, come il tifo per lAtletico Collegiales, club di terza serie della città di Munro: non era raro vederlo sugli spalti del Malavern y Posadas con la maglia tricolor, «Quella con cui sogno di ritirarmi », racconta. Presto per pensarci, a 19 anni. Ma i sogni di Lamela sono così, girano al contrario: a 12 anni, enfant prodige del River, ammetteva senza timori: «Tifo Boca». Oggi che guarda «tantissimo calcio in tv», segue via satellite soprattutto i Millonarios: una fede allInstituto River Plate, dove ha studiato con altri talenti del club fino al diploma del 2009.
A prenderlo da Carapachay andava mamma Miriam, 60 km al giorno. Nello stesso anno el Coco ha scoperto anche unaltra fede, quella cattolica: «Mi ha cambiato la vita, a scuola insultavo gli insegnanti, ora so perdonare». Nello spogliatoio però è ancora «el mas molesto»: niente ipod, tante chiacchiere e scherzi. A Trigoria deve ancora iniziare a farne: perché il look aggressivo (cresta ai capelli, orecchini, 4 tatuaggi, lultimo per la nonna scomparsa) nasconde un timido che ama le vacanze in famiglia, come quelle di luglio a Napoli. Unico vezzo, la Porsche Cayman nera regalata al papà: il tempo delle sfide è finito.