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IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Altro che Lady Gaga, la Roma ha mister Gago e se lo tiene stretto, specie ora che ha pure segnato! E già, perché non vi crediate che il gol sia unabitudine per largentino, che contro il Lecce lo ha trovato solo per la terza volta in carriera. Tre gol in 171 gare tra Prima Divisione argentina (70), Liga spagnola (92) e Serie A (9) che testimoniano di quale razza di rarità
Passato al Real Madrid per ventuno milioni di euro nel 2007 la storia di ripete. Gioca bene, dimostra di avere senso della posizione, geometrie e una gran classe, rifornisce di assist i compagni, ma niente gol fino al campionato 2008-09, quando ne segna uno di testa su calcio di punizione di un compagno. Poi più nulla fino a alla gara con il Lecce, nella quale realizza la prima rete con la Roma dopo appena 9 partite in giallorosso, ovvero molto prima di quanto aveva fatto nel Boca e nel Real. Merito di una serenità ritrovata insieme al posto da titolare (regista basso davanti alla difesa, che è poi il suo ruolo naturale) e alla maglia della nazionale argentina, che è tornata a convocarlo proprio in virtù delle sue belle prestazioni con la Roma. E pensare che quando Sabatini lo acquistò negli ultimi giorni di mercato sembrava essere solo uno in più, forse neanche necessario, da aggiungere alla rosa giallorossa 2011-12. A distanza di tre mesi, invece, è diventato uno dei pilastri della Roma di Luis Enrique. Anzi, è il pilastro centrale dellintero sistema di gioco predicato dallallenatore spagnolo. Alzi la mano chi lo aveva previsto.