De Rossi: Sì, sarò capitano della Roma

24/11/2011 alle 08:51.

CORSPORT (A. GHIACCI) - Stavolta nessun amico o conoscente che si è lasciato sfuggire qualche frase. Le parole arrivano dalla bocca del diretto interessato. Daniele De Rossi vede giallorosso nel suo futuro



Siamo nel periodo della trattativa: ci sono una proposta e una richiesta, «si sta cercando di limare le differenze» ripetono da Trigoria. Certo è che l’allarme, quello vero, è vicino. Scatterà tra un mese, prima del rompete le righe per la sosta natalizia. Il rischio per la Roma è quello di perdere un patrimonio, sportivo, umano e simbolico, senza intascare un euro. : «Cosa mi dice il cuore sul rinnovo? Il cuore è fatto apposta per palpitare...» . Però il rischio per qualche tifoso romanista è che stavolta il cuore non regga.  di tutta una vita. E la vita, a volte, ti mette di fronte a un bivio. Da una parte c’è la strada che si conosce: «Io sono un po’ diverso da quello che sembro, un vulcano. In privato tendo a chiudermi, e in questo un po’ contribuisce Roma. Paura della à? No, ora non più. Dopo un po’ di ambientamento ci si fa il callo» . Anche , come , vive la stessa situazione, lo stesso legame: « Ma siamo diversi, come carattere, come tutto. Eppure siamo sempre andati d’accordo. Francesco è il classico romano, sembra quasi di un’altra epoca, è spavaldo e sicuro di sé, ha personalità, si porta dietro una luce. A Roma è qualcosa di unico, mai visto niente del genere ». D’amore e d’accordo? « A dire il vero è un po’ permaloso. Una volta abbiamo litigato e non ci siamo parlati per un po’... ».

Ora: quanto è importante per la Roma? Ne parla Taddei, perché il commento di qualcuno che ti conosce bene può essere molto efficace: «
Dopo tanti anni non è più solo un compagno di squadra ma un amico. E’ un top player, uno che dà tanto al gruppo. So che vuole restare, la società si sta muovendo per far sì che rinnovi. Spero davvero che non se ne vada »

LUI E IL CALCIO - e il calcio, ricordi di bambino. Non legati al primo allenamento o alla prima partita: «Mi ricordo la casa di Livorno, à nella quale giocava mio padre. Il primo stadio che visitai fu proprio quello di Livorno, mi sembrava il Maracanà. Immagini felici».

CARRIERA - Da allora Daniele ne ha fatta di strada. Arrivando fino al punto di essere uno dei centrocampisti più completi nel panorama internazionale. (...) «Mi ricordo che quando ancora non giocavo, ai tempi in cui ero solo tifoso, odiavo persone che poi si sono rivelate fondamentali per la mia carriera». Uno, forse, era Capello, incontrato martedì scorso a Trigoria: «Sono andato a salutarlo. Quando lo guardo penso “lui è uno che mi ha fatto del bene”. E’ stato forse l’allenatore più importante per la mia crescita professionale». Proprio lui Fabio Capello, che tanti tifosi romanisti non hanno mai perdonato per il passaggio diretto alla . spiega: «Il mio sentimento nei suoi confronti, il bene che gli voglio, è associato a quello che ha fatto per me». Un altro esempio? Lippi: «Ero anti-, anti-Lippi. Poi anche lui è stato come un padre per me».


FASCINO - ha detto la sua anche sul perché i calciatori si fidanzano sempre con ragazze bellissime: «Ma io sono stato anche con ragazze normali, mi considero un ragazzo normale». Nonostante lo stipendio... «Per quello mi sento un miracolato, ma non mi sento affatto in colpa. E’ il mercato che fa i prezzi, so che è brutto dirlo ma i calciatori sono i primi attori del grande circo. Se le cifre che si muovono sono stratosferiche giusto che i calciatori guadagnino tanto. No, non mi vergogno»
 
 LUI E LUIS ENRIQUE - Una vita passata a Trigoria. Le fasi più importanti nella crescita di un ragazzo, le ha passate tra le mura giallorosse.(...) E allora eccola la frase che in tanti non vorrebbero mai sentire, perché fa sempre male. Si parla di successi, che in questa à valgono tre volte quelli ottenuti altrove. Ma la nuova Roma, può vincere già quest’anno? «Temo di no».


TECNICO 
- Ci vorrà del tempo, il progetto è a lungo termine. La Roma da quest’anno ha intrapreso un’altra strada, tutta nuova. Calcio propositivo, di estrazione spagnola. Comandante scelto? Luis Enrique. Un tipo forte, che in poco tempo ha conquistato il gruppo, in qualche caso anche attraverso lo scontro. E in passato, più volte, è stato proprio a parlare bene del suo attuale allenatore: «Ha delle idee, calcistiche e comportamentali. E’ uno che non scende a compromessi, se crede che non ci sia spazio per altre soluzioni percorre la sua strada dritto per dritto». 


LEGAME - Ancora il legame, forte. La Roma non si discute? Si ama? Più una questione di testa oppure di cuore: «Mi piacerebbe dire di essere uno che ragiona, ma purtroppo la mia storia e la mia carriera dicono il contrario. Agisco d’impulso e su questo sto lavorando, a volte devo dare un freno alle mie azioni». Ma forse è anche questione di indole... «Sì, ma sono contento di essere fatto così, di dire sempre la mia. Certo che se tornassi indietro...». Se tornasse indietro? «Sicuramente non rifarei alcune dichiarazioni, anche nel privato, rispetto alle persone che amo». Il sogno? «E’ personale, extracalcistico. Perché il calcio finisce e la vita continua» Giovane calciatore, guadagni super, una vita che sembra poterti offrire tutto. Poi il colpo di fulmine, perché ci crede: «Vivo di colpi di fulmine, sì. Mia moglie l’ho conosciuta in un locale, fu una cosa istintiva». L’amore, la possibilità di programmare senza problemi, un figlio: «Gaia è la cosa più importante che ho. La sua nascita, poi la vittoria al Mondiale, quelli sono stati anni positivi, ero felice».



DRAMMA 
- Quello che non ti aspetti è il dramma, pesante, la morte di un suocero: «In quei momenti si sta con la gente che ti vuole bene, del mio aspetto pubblico mi interessava zero. Erano state coinvolte persone che non c’entravano nulla. La dedica della doppietta? Era un saluto per una persona che non c’era più, non altro». Momento in cui chiunque fa i conti con se stesso, con il fatto o meno di credere in Dio: «A modo mio credo in Dio, senza la presunzione di sapere qual è la strada giusta dopo questo pianeta». E di fronte a certe tragedie anche l’amore rischia di finire: «Ma l’amore può finire, in quel caso non muore nessuno. Sì, ci possono volere dei mesi, ma poi si riparte. E infatti ora i rapporti con mia moglie sono tranquilli. Dopo la separazione ho imparato a godermi anche un po’ lo stare da solo, tipo gelato sul divano con un film davanti. E ora sono di nuovo innamorato, perché c’è bisogno di amore, di pensare all’amore».



POLITICA 
- Giovani e politica, rapporto difficile. conferma: «Il cambio di governo era nell’aria. Io non vado a votare perché non ho grande considerazione della classe politica. Lo farò il giorno che troverò un rappresentante che mi piace come persona, così come successe con Veltroni che ho conosciuto e con il quale mi sono trovato benissimo per cose extrapolitiche ed extracalcistiche, c’è stata subito sintonia»