
IL TEMPO - Giovani, tecnici, affamati. Attaccanti e trequartisti della Roma ieri hanno fatto vedere di cosa sono capaci. È grazie alle loro giocate che Luis Enrique può fare un bel respiro e portarsi a casa i tre punti. La prima parola spetta a Bojan, «lhombre del partido»
Laltro goleador della serata, Osvaldo, sale a quota cinque e interrompe la maledizione iniziata nel derby. Rispetto alla prima apparizione in Italia sembra un altro. «Mi trovo bene con i compagni e sto lavorando bene. Adesso - racconta Osvaldo - spero nella nuova chiamata di Prandelli: alla Nazionale ci tengo tanto». Senza quellassist di Pjanic la festa non sarebbe iniziata. «Ho visto Bojan con la coda dellocchio e gli ho dato la palla. A me non interessa dove gioco, voglio essere utile per i compagni». Uno slogan perfetto per Luis Enrique. Il calcio dello spagnolo esalta gli attaccanti e mette in difficoltà i difensori: il rovescio della medaglia. Onesta lanalisi di Burdisso: «Non mi era mai capitato di giocare così, né in Argentina - racconta il centrale - né in Italia. Faccio tanti uno contro uno, è difficile per noi ma ci aiuta a crescere. È una vittoria importantissima dopo le due sconfitte. Forse era più importante il risultato che riuscire a fare il gioco che vuole Luis Enrique. Dobbiamo trovare lequilibrio giusto per non rischiare e fare gol. Cambiano sempre gli uomini? Sì e dobbiamo abituarci». Cambiano e ti capita di riscoprire persino un Greco. «Sono felice per la squadra perché la vittoria arriva in un periodo non brillantissimo e per me che non giocavo da tanto». Ora cè posto anche per lui.