«Siamo più forti, vinciamo!»

05/10/2011 alle 10:51.

IL ROMANISTA (F. PANICCIA) - Meno 11. E poi sarà derby. La partita che tutti aspettano e che può consacrare definitivamente il nuovo corso della Roma. C’è grande attesa come sempre, c’è chi la vive tutto l’anno. Ieri è iniziata la prelazione per i tesserati (che terminerà lunedì 6) e gli umori della piazza sono discordanti. C’è chi come Umberto molto animatamente dice: «Je famo na capoccia così, vincemo 4-0», confidando nel fatto che Edy Reja è rimasto sulla panchina biancoceleste e che ha guidato la Lazio in 4 dei 5 derby vinti consecutivamente dalla Roma. L’ultima vittoria dei laziali nella stracittadina risale all’11 aprile del 2009, 4-2. C’è entusiasmo per le ultime due vittorie della Roma e Marco ci dice: «Non c’è storia, come al solito, siamo troppo più forti faranno l’ennesima figuraccia ».

Ed è abbastanza comprensibile che tutta la tifoseria sia galvanizzata, in fondo è il miglior avvio di campionato da 2 anni a questa parte e il gioco che inizia a dare i suoi frutti con verticalizzazioni e quegli schemi su cui tanto punta Luis Enrique che stanno finalmente entrando nella testa e nei piedi della squadra. Rincara la dose Matteo: «Se è vero che l’aria qui sta cambiando, e dobbiamo fare un monumento agli americani per quello che stanno facendo, l’unica cosa che non cambia è che noi vincemo il derby!», continua Giacomo che è categorico: «La Lazio perde il derby e Reja sarà costretto a dimettersi, va da sé, i laziali non potrebbero sopportare un’altra sconfitta» e non ha tutti i torti Giacomo, visto che già due settimane fa si era rischiata la rottura tra il tecnico e la società, causata da un rapporto, quello tra Reja e i tifosi, che non è mai stato idilliaco, anzi, tutt’altro e l’ennesima sconfitta nel derby potrebbe davvero mettere la parola fine alla storia tra il tecnico e la Lazio.

In tutt’altra situazione si trova Luis Enrique. Il tecnico giallorosso si sta conquistando passo dopo passo la fiducia e la stima dell’ambiente giallorosso. La Roma arriverà all’appuntamento del 16 ottobre carica come non mai. Marco punta sulla sindrome da derby degli avversari: «La Lazio è una squadra senza attributi e l’ha dimostrato sempre negli ultimi due anni contro di noi, non ha carattere e non vincerà mai». Una cosa che ha anche ammesso Reja al termine del derby della scorsa stagione, l’ultimo, quello della doppietta di , del laser, di tutto quello che volete. Quel giorno Reja ammise la scarsa lucidità della sua squadra e il nervosismo che i suoi giocatori non hanno saputo gestire come dimostrano le espulsioni di Radu e Ledesma. Altri la pensano in modo diverso e più diplomatico, come Mario: «Non sono d’accordo, quest’anno sarà tosta, ma come lo è tutto il campionato, la Lazio indubbiamente si è rinforzata, è una buona squadra e lo ha dimostrato a Milano, ma hanno un grosso problema, hanno la difesa più scarsa del campionato, dobbiamo attaccare sempre, senza farli respirare e allora sì che creeremo dei problemi».

Anche Angelo concorda: «Puntano a fare una stagione al massimo, si sono rafforzati e hanno una mentalità completamente diversa dalla nostra, speriamo bene». C’è chi è molto preoccupato di un giocatore in particolare, come Carlo: «Hanno quel Klose lì che fa davvero paura, mi spaventa proprio, è uno che ti può far gol in qualsiasi momento e in qualsiasi modo, fa reparto da solo e se non lo teniamo d’occhio questo ci purga, credo che sia la cosa migliore che abbia fatto Lotito da quando è presidente della Lazio». Come dargli torto. Miroslav Klose è uno che il gol ce l’ha nel sangue e ha avuto un impatto con il campionato italiano che pochi si aspettavano. Infine Tommaso chiude: «Conteranno le motivazioni, il derby è un’altra storia non conta niente quello che succede prima ma vojo una Roma grintosa. Se li dovemo magna’». L’unica cosa sicura è che la Roma venderà cara la pelle il 16 ottobre, vincere un altro derby, sarebbe il massimo e i tifosi saranno dalla parte della squadra nella gioia e nel dolore perché hanno capito che qui è cambiato tutto. Ma la passione no, quella non tramonta mai.