Quelli che... non si Mangia bene

25/10/2011 alle 11:28.

IL ROMANISTA (V. META) - Sei giorni. Sono quelli che separano Mattia Montini da Erik Lamela, nati sulle sponde opposte dell’Atlantico nella stessa settimana del 1992, il 28 febbraio l’uno, il 4 marzo l’altro.



Tanti per un ragazzo di diciannove anni. Mattia, quello nato sei giorni prima, prende uno stipendio con un paio di zeri in meno e dopo che le ha fatto vincere lo scudetto, la Roma non lo porta nemmeno in ritiro con la prima squadra. In compenso a Riscone non c’è nemmeno quello nato sei giorni dopo, che sta dall’altra parte dell’Oceano in attesa di disputare i Mondiali Under 20, quelli che l’Italia ha mancato per un soffio con la nazionale dei cinque romanisti più , leader e capitano. Tornerà alla fine di agosto con una caviglia malconcia che i medici della Roma impiegheranno un po’ a rimettere a posto. Non molto diversa la sorte di Montini: dopo lo scudetto lo vogliono tutti, alla fine per il prestito la spunta il Benevento, in ritiro Mattia è l’unico attaccante, ma dopo il primo gol in amichevole si fa male al ginocchio e non si capisce quale sia la causa. Così la Roma lo riporta a Trigoria per rimetterlo in piedi e restituirlo guarito al Benevento. Due settimane di fisioterapia, il dolore sembra passare, poi un’improvvisa ricaduta e la decisione di intervenire con un piccolo intervento al menisco. Ginocchio, caviglia, la stessa voglia di campo. I ragazzi nati nella stessa settimana di primavera in anticipo si sono incrociati qualche volta nei corridoi di Trigoria nei giorni della convalescenza. La notte di Erik è finita domenica all’Olimpico con il sinistro che ha fulminato Tzorvas e scacciato i fantasmi del derby. Quella di Mattia durerà ancora qualche settimana, ma l’alba si comincia a intuire. Benevento non è l’Olimpico, lui ha un nome che ricorda un papa più che Biancaneve, però la classe c’è. Buona settimana non mente