Quando l’Aeroplanino superò l’alpino

01/10/2011 alle 11:32.

IL ROMANISTA (M. IZZI) - Scusate se per questo articolo rievocativo parto da un ricordo personale, ovvero dal Roma–Atalanta del 10 febbraio 1985. La Roma che era ancora in lizza per una posizione di classifica interessante (ci trovavamo al terzo posto dietro al Verona, che tutti continuavamo a considerare inevitabile candidato

La Roma che era ancora in lizza per una posizione di classifica interessante (ci trovavamo al terzo posto dietro al Verona, che tutti continuavamo a considerare inevitabile candidato al crollo e all’Inter). A cinque minuti dalla fine eravamo sotto di un gol. Pioveva e mio padre, ansioso di sottrarsi all’insidiosa pioggerellina di quel pomeriggio, mi stava trascinando all’uscita. Allungando il collo sopra ad un tifoso coperto da un’impermeabile giallo, feci però in tempo a vedere il colpo di testa vincente di Toninho Cerezo. Ricordo il brasiliano, mani al cielo, crollare seduto nel pantano, mentre e gli altri gli saltavano al collo. Purtroppo, però, Roma–Atalanta, in quei lontani Anni 80 non era esattamente quella che si può definire una “festa dello sport”.

Ad esempio, per il match senza storia del 5 gennaio 1986con i bergamaschi seppelliti dallo strapotere dei quattro gol giallo-rossi, si dovettero registrare: un ufficiale di pubblica sicurezza colpito da un lanciarazzi, un passante caduto dalla “spalletta” del Ponte Duca D’Aosta e un autista malmenato per aver “osato” far scendere tre pseudo tifosi alla fermata del bus e non, come richiesto, davanti allo stadio. Gli incidenti, iniziati prima della gara, erano andati avanti durante il match, con i tifosi atalantini capaci di fare il vuoto in Curva Nord con il lancio di oggetti e mortaretti. La regola delle quattro reti ai nerazzurri tiene anche il 1 febbraio 1987, con un’Atalanta che in quella stagione sarebbe precipitata in serie B. E sono sempre 4, i pallini, raccolti dai nerazzurri il 10 settembre 1989, in quella che fu l’ennesima apparizione all’Olimpico di Stromberg (un vero talismano per la Roma che quando lo ha incontrato ha quasi sempre sommerso la sua squadra di reti). Per tornare a strappare un punto all’Olimpico, l’Atalanta (e nonno Stromberg) dovranno attendere sino all’8 dicembre 1991. Sempre un pareggio, è il risultato del 23 maggio 1993, contro una squadra bergamasca guidata dal futuro tecnico della Nazionale Campione del Mondo Marcello Lippi. Un match che passò in secondo piano per la prima presenza allo stadio di Sensi e Mezzaroma, i due nuovi patron del Club. Nella storia recente di questa sfida, però, un peso non indifferente lo meritano due gare: il Roma–Atalanta del 12 maggio 2001 e quello dell’11 aprile 2010. La gara del 2001, delicatissima per la conquista del terzo tricolore, vide la squadra di Vavassori trincerarsi come gli alpini sul Grappa nella prima guerra mondiale.

Per stanarli si dovette ricorrere all’aviazione, con una zampata dell’Aeroplanino Vincenzo Montella. Il match dell’11 aprile è stato uno dei più esaltanti dell’ultimo decennio romanista. Al momento del fischio d’inizio, la Lupa si trovava al secondo posto in classifica con 65 punti, a due lunghezze dall’Inter capolista, che aveva anticipato il proprio turno non andando oltre il pareggio contro la . Una vittoria, dunque, avrebbe consentito un sorpasso inseguito sin dal 2006. Il mazziere, sembrava aver dato tutti gli assi in mano agli uomini di Ranieri che al 12’ passano in vantaggio grazia ad una papera del Consigli, che propizia la rete di Vucinic. Al 27’ una palla “telecomandata” di raggiunge Cassetti, che sembra il gemello barbuto di Carletto “Testina d’oro” Galli e in tuffo mette nuovamente in rete. Già negli sgoccioli del primo tempo, apparve evidente, però, che la gara era tutt’altro che archiviata, con una Roma che sembrava appannata e appagata dal risultato. Dopo 8’ è Tiribocchi, cresciuto a Fiumicino, ma anche nelle giovanili della Lazio, a riaprire le sorti dell’incontro (anche grazie ad un intervento scomposto di Riise). I giallorossi, accusano il colpo psicologicamente e arretrano paurosamente il baricentro.

Neanche Dario Argento potrebbe regalare brividi più intensi di quelli vissuti dai 60 mila dell’Olimpico negli ultimi 15’ di gara. Con Tiribocchi che in almeno due occasioni (nella prima è bravo Julio Sergia a caracollare sul pallone in uscita, nella seconda l’attaccante s’imbarca in una rovesciata volante fallendo miserrimamente la porta sguarnita) sfiora il pareggio. Il triplice fischio, dopo 3’ di recupero, saluterà la Roma in testa alla classifica. Per l’ultimo flash di Roma–Atalanta facciamo un passo indietro e scegliamo la corsa sotto la Sud di Bomber Pruzzo dopo la rete salvezza del 6 maggio 1979, ad esultare assieme a lui sul parterre dell’Olimpico, c’era anche Giorgio Rossi… Che a fine ottobre farà a tutti i tifosi un grande regalo