
CORSPORT (A. GHIACCI) - Juan no, Simplicio no, Taddei no, Cicinho no. Tutti e quattro non convocati, Luis Enrique li ha tenuti fuori dal derby. La Roma senza brasiliani, situazione piuttosto inedita.
CASI - Le situazioni relative agli ultimi rappresentati del Brasile nella Roma vanno bene analizzate. Di Juan parliamo a parte, partiamo da Simplicio. Il centrocampista è stato uno dei migliori in campo non più di due settimane fa contro lAtalanta allOlimpico. Luis Enrique, con una delle sue solite sorprese, lo aveva schierato titolare nel centrocampo a tre con De Rossi e Pjanic. Lottima prestazione, culminata nel gol del 3- 1, quello della sicurezza per la Roma, aveva fatto immaginare che per il derby, vista lassenza di totti e lavanzamento di Pjanic, fosse lui il prescelto. No invece, neanche convocato. E siamo a Cicinho. Probabilmente, se le sue condizioni fisiche lo avessero permesso, il titolare nel ruolo di esterno basso sarebbe stato lui sin dallinizio. Ma lex Real Madrid non è mai arrivato al top della condizione e un paio di allenamenti condotti non con limpegno chiesto da Luis Enrique lo hanno retrocesso di parecchie posizioni nella considerazione del tecnico. Infine Taddei. Il suo impegno non è mai mancato, come al solito, ma Luis Enrique lo considera soprattutto unalternativa per i ruoli di esterno basso, sinistro soprattutto. E proprio lì ha fatto la sua unica apparizione stagionale, a San Siro con lInter. Per i brasiliani insomma, tempi duri nella Roma.
EX - E a proposito di brasiliani che hanno fatto la storia della Roma, ieri si è rivisto Toninho Cerezo. Lex centrocampista giallorosso, 56 anni, è a Coverciano per il master di allenatore di prima categoria e ha parlato del derby: «So che un derby perso è sempre duro da digerire, ma la Roma è da poco partita con un progetto nuovo e saprà riscattarsi presto. Ho visto la partita e mi è dispiaciuto per la sconfitta, il calcio d'altronde è così, ti regala gioie e dolori. Se sogno di allenare un giorno la Roma? I giallorossi sono un grande club, di grande tradizione, ogni allenatore sarebbe felice di lavorare in una società così, vedremo in futuro. Il calcio italiano per me resta tra i migliori insieme a quello brasiliano e argentino» .