CORSERA (G. PIACENTINI) - Veste i panni del pompiere, Luis Enrique, alla vigilia della trasferta di Genova. Il tecnico spagnolo ha già capito che Roma è una piazza strana, ai limiti della schizofrenia, in cui fino a un paio di settimane si fa parlava di esonero mentre ora si sogna lo scudetto. Il rischio di esaltarsi è concreto, per questo l'allenatore giallorosso cerca di volare basso.
«Non siamo pronti per lo scudetto, siamo ancora in costruzione. Fra tre o quattro mesi si vedrà. Se guardo l'Udinese dico che è una squadra fortissima, ha numeri da campioni e può vincere il campionato». È esigente, Luis Enrique, perché la Roma che ha vinto tre delle ultime quattro partite non è ancora la squadra che ha in mente. «Se ripenso al primo allenamento della stagione posso dire che siamo in costante crescita. La vittoria col Palermo ci ha dato fiducia ma per me è importantissimo come arriviamo al risultato: ci sono ancora tante situazioni che non mi piacciono, vincere contro Genoa e Milan non cambierebbe nulla se non vincessimo come vogliamo».
A Marassi non ci saranno né Totti, né Pjanic, ma avrà ancora Lamela. «Ha giocato bene, non solo per il gol ma soprattutto per l'atteggiamento che ha avuto in campo, però bisogna rimanere coi piedi per terra. Prima di parlare di esplosione aspettiamo che abbia segnato 15 o 20 gol». Una delle poche certezze è il turnover. «Cerco sempre di mettere in campo la migliore formazione possibile, poi se vinciamo mi dicono che sono stato bravo, se perdiamo che ho fatto un disastro». In avanti i dubbi più grandi. «Bojan lo conosco da anni, sta migliorando anche nella fase difensiva. Borini ha una voglia incredibile. Sono soddisfatto di tutti gli attaccanti che ho a disposizione».
Compreso Borriello, che a gennaio potrebbe partire. «Se mai dovesse arrivare una proposta, ne parlerò con la società». De Rossi, invece, sembra vicino al rinnovo. «Ha la mentalità di chi vuole restare, è un campione. Lui gioca col cuore, sa cosa significa essere un romanista».
La Fifa intanto vuole vietare l'utilizzo di iPad e iPhone in panchina: Luis Enrique è imperturbabile. «Nessun problema, se la Fifa deciderà in questo senso. Finora io ho usato l'iPad soltanto a Trigoria».