LA CINQUINA 5. Con Totti è meglio per la Lazio

16/10/2011 alle 12:40.

IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - «Conto molto su Francesco – dice Montella alla vigilia. – E mi auguro che si sblocchi anche nel derby. E’ tanto che non segna». Sembra quasi presagirlo, l’Aeroplanino, da una ventina di giorni promosso tecnico al posto di Ranieri, che quella che si giocherà tra qualche ora sarà la partita del Capitano. «Totti sta benissimo fisicamente – aggiunge Vincenzino – e mi ha dimostrato grande disponibilità. Mi aspetto un’accoglienza particolare anche dai tifosi».

Sull’altra sponda, nelle stesse ore Edy Reja va ripetendo, altrettanto convinto: «Ho proprio la sensazione che questa volta tocchi alla Lazio vincere il derby. Se giustizia deve essere fatta, domani tocca a noi. Credo davvero che qualcosa ci spetti». Ne ha già persi tre di fila il tecnico biancoceleste. Che diventano quattro consecutivi, per la squadra, se ci si aggiunge quello con Ballardini in panchina. Situazione pesante, quindi, anche se l’ottimismo non manca dalle parti di Formello. Va bene che non c’è due senza tre, passi pure per il “non c’è tre senza quattro”, ma “quattro senza cinque”, sembra proprio troppo. «Davvero no!» va concionando il tecnico laziale, che continua a prendersela con i precedenti arbitraggi, rei di averlo sistematicamente penalizzato. Senza rendersi conto che sta solo aumentando il sollucchero dei tifosi giallorossi, che proprio dal rosicamento altrui traggono il loro maggior godimento. L’aveva detto anche Ranieri, all’andata, rispondendo ai giornalisti di fede laziale: “Ve state a attaccà ar fumo della pipa! E li state a fa gode’ come ricci, i tifosi romanisti!”.

Del ritorno al successo per la Lazio è comunque convito anche Pino Insegno. «Non ce n’è per nessuno. Stavolta vinciamno noi» dice. E Max Giusti, tifosissimo della Roma, tra ironia e scaramanzia gli dà ragione: «Vince la Lazio 5-0, con Hernanes uomo-partita». E intanto, dentro di sé, sa invece a cosa allude con quel “5”. I bookmakers, come sempre, non si fanno scappare l’occasione per “bancare” di tutto: a cominciare dalla quota 1.37 con cui viene proposto un possibile . Paga invece 6.00 volte la posta un rigore segnato dalla Roma, e 7.00 uno realizzato dalla Lazio (Floccari docet). C’è anche la vittoria in rimonta: quella dei biancocelesti è data a 14.00, quella dei giallorossi a 10,00 (sempre Floccari docet). Di certo c’è che la Roma sta pian piano cercando di ricostruirsi dai “cocci” lasciati da Ranieri, mentre la Lazio sogna (!) la . Ed è pur vero che un loro successo li porterebbe a +8 sulla Roma, mentre una sconfitta li vedrebbe quasi raggiunti a -2 punti. Insomma, due prospettive completamente diverse. In casa laziale cercano di convincersi che “non è vero che chi arriva peggio al derby, poi è favorito”, ma sembrano crederci poco anche loro. Sanno che, almeno loro, son stati capaci di perderlo sia quando l’hanno giocato da favoriti che da sfavoriti…

 

E’ domenica 13 marzo. Bruno Conti festeggia i suoi 56 anni e il campionato celebra la sua 29° giornata. A dirigere la gara, stranamente alle 15, c’è ancora una volta Tagliavento, come sempre non gradito in casa biancoceleste, per i presunti torti ricevuti di cui sopra. Non è certo l’Olimpico delle grandi occasioni. Le troppe misure di polizia, ma anche la pioggia, hanno scoraggiato tanti dall’andarvi. Sugli spalti, sono non più di 45 mila gli spettatori, con ampie zone “cuscinetto” - soprattutto in Tribuna Tevere, desolatamente vuota - per motivi di ordine pubblico. Non la cornice che ci si aspettava, dunque. Ma tant’è. In , piena ma con un altro spazio vuoto in basso, campeggia uno striscione che spiega tutto: “Il derby della repressione non merita la nostra passione”, cui se ne affianca un altro, dello stesso tenore, nei distinti sud: “Bella coreografia col permesso della Polizia”. Mancano invece gli striscioni di sfottò tra le tifoserie. Altro segno, triste, dei tempi. La Roma indossa la classica divisa rossa con i pantaloncini bianchi, la Lazio una strana maglia bianca a strisce blu orizzontali, che non porterà fortuna.

 Montella schiera Doni in porta, ma rinforza la linea difensiva inserendo Burdisso a destra, con Mexes e Juan centrali e Riise a sinistra. Nel suo di spallettiana memoria ci sono poi e Pizarro dietro alla linea formata da Menez, Perrotta e Vucinic, con unica punta. La Lazio si dispone a specchio: con Muslera tra i pali, Lichtsteiner, Stendardo, Biava e Radu in difesa; Ledesma e Matuzalem nei “due”, con Sculli, Hernanes e Zarate dietro a Floccari.



Il primo tempo non è di quelli indimenticabili
. Pizarro ci prova subito e, al 5’, con un tiro da 30 metri prende in pieno la traversa. E così, Muslera è avvisato. Pochi, comunque i lampi: è nel finale che la Roma torna a farsi viva. entra in area da solo ma perde il tempo per battere a rete e allora dà a Menez, che a sua volta serve all’indietro Juan. Il brasiliano calcia a botta sicura da otto metri ma la palla centra in pieno il corpo di Ledesma, immolatosi per la causa. La ripresa comincia con la notizia che l’Udinese vince a Cagliari e, allora, la Lazio capisce che deve fare qualcosa di più. Ci provano anche, i biancocelesti, ma fallendo sempre l’ultimo passaggio. Ci va vicino Floccari, di testa, ma la palla esce di poco. Entra Taddei al posto di Menez, che non la prende bene. La Lazio crea, ma la Roma – come nelle migliori tradizioni – va in vantaggio. I laziali scontano tutte le ironie sul in una botta sola: una sua doppietta decide il quinto derby consecutivo. La Roma lo domina dall’inizio alla fine, loro protestano contro la perfetta direzione di gara di Tagliavento.

Matuzalem calpesta Francesco davanti a Reja, Radu prende a testate Simplicio mo intorno alla metà del secondo tempo quando Pizarro viene messo giù al limite. Punizione battuta forte e rasoterra dal ,

papera di Muslera, ed è l’1-0, con relativo boato giallorosso. E’ da quel momento che i biancocelesti perdono la testa. Letteralmente. Montella mette Simplicio, che ha già deciso il derby di Coppa Italia a gennaio, al posto di Vucinic. Passano cinque minuti e Radu, sotto gli occhi del guardalinee, dà una testata proprio al brasiliano e viene espulso. Il finale si fa ancora più convulso. E’ il primo dei sei minuti di recupero quando Taddei mette in mezzo per Simplicio, che viene steso. Rigore, con annesse proteste di Ledesma: espulso anche lui. Dal dischetto calcia , che non segnava in un derby da otto anni, e fa così il bis: 2-0 e “manita” servita. Anzi, manata. In piena faccia, come il laser che a detta di Reja avrebbe impedito a Muslera di vedere il pallone (altro godimento…), e che ancora brucia. E come brucia…