IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - «Conto molto su Francesco dice Montella alla vigilia. E mi auguro che si sblocchi anche nel derby. E tanto che non segna». Sembra quasi presagirlo, lAeroplanino, da una ventina di giorni promosso tecnico al posto di Ranieri, che quella che si giocherà tra qualche ora sarà la partita del Capitano. «Totti sta benissimo fisicamente aggiunge Vincenzino e mi ha dimostrato grande disponibilità. Mi aspetto unaccoglienza particolare anche dai tifosi».
Sullaltra sponda, nelle stesse ore Edy Reja va ripetendo, altrettanto convinto: «Ho proprio la sensazione che questa volta tocchi alla Lazio vincere il derby. Se giustizia deve essere fatta, domani tocca a noi. Credo davvero che qualcosa ci spetti». Ne ha già persi tre di fila il tecnico biancoceleste. Che diventano quattro consecutivi, per la squadra, se ci si aggiunge quello con Ballardini in panchina. Situazione pesante, quindi, anche se lottimismo non manca dalle parti di Formello. Va bene che non cè due senza tre, passi pure per il non cè tre senza quattro, ma quattro senza cinque, sembra proprio troppo. «Davvero no!» va concionando il tecnico laziale, che continua a prendersela con i precedenti arbitraggi, rei di averlo sistematicamente penalizzato. Senza rendersi conto che sta solo aumentando il sollucchero dei tifosi giallorossi, che proprio dal rosicamento altrui traggono il loro maggior godimento. Laveva detto anche Ranieri, allandata, rispondendo ai giornalisti di fede laziale: Ve state a attaccà ar fumo della pipa! E li state a fa gode come ricci, i tifosi romanisti!.
Del ritorno al successo per la Lazio è comunque convito anche Pino Insegno. «Non ce nè per nessuno. Stavolta vinciamno noi» dice. E Max Giusti, tifosissimo della Roma, tra ironia e scaramanzia gli dà ragione: «Vince la Lazio 5-0, con Hernanes uomo-partita». E intanto, dentro di sé, sa invece a cosa allude con quel 5. I bookmakers, come sempre, non si fanno scappare loccasione per bancare di tutto: a cominciare dalla quota 1.37 con cui viene proposto un possibile cartellino rosso. Paga invece 6.00 volte la posta un rigore segnato dalla Roma, e 7.00 uno realizzato dalla Lazio (Floccari docet). Cè anche la vittoria in rimonta: quella dei biancocelesti è data a 14.00, quella dei giallorossi a 10,00 (sempre Floccari docet). Di certo cè che la Roma sta pian piano cercando di ricostruirsi dai cocci lasciati da Ranieri, mentre la Lazio sogna (!) la Champions. Ed è pur vero che un loro successo li porterebbe a +8 sulla Roma, mentre una sconfitta li vedrebbe quasi raggiunti a -2 punti. Insomma, due prospettive completamente diverse. In casa laziale cercano di convincersi che non è vero che chi arriva peggio al derby, poi è favorito, ma sembrano crederci poco anche loro. Sanno che, almeno loro, son stati capaci di perderlo sia quando lhanno giocato da favoriti che da sfavoriti
E domenica 13 marzo. Bruno Conti festeggia i suoi 56 anni e il campionato celebra la sua 29° giornata. A dirigere la gara, stranamente alle 15, cè ancora una volta Tagliavento, come sempre non gradito in casa biancoceleste, per i presunti torti ricevuti di cui sopra. Non è certo lOlimpico delle grandi occasioni. Le troppe misure di polizia, ma anche la pioggia, hanno scoraggiato tanti dallandarvi. Sugli spalti, sono non più di 45 mila gli spettatori, con ampie zone cuscinetto - soprattutto in Tribuna Tevere, desolatamente vuota - per motivi di ordine pubblico. Non la cornice che ci si aspettava, dunque. Ma tantè. In curva Sud, piena ma con un altro spazio vuoto in basso, campeggia uno striscione che spiega tutto: Il derby della repressione non merita la nostra passione, cui se ne affianca un altro, dello stesso tenore, nei distinti sud: Bella coreografia col permesso della Polizia. Mancano invece gli striscioni di sfottò tra le tifoserie. Altro segno, triste, dei tempi. La Roma indossa la classica divisa rossa con i pantaloncini bianchi, la Lazio una strana maglia bianca a strisce blu orizzontali, che non porterà fortuna.
Montella schiera Doni in porta, ma rinforza la linea difensiva inserendo Burdisso a destra, con Mexes e Juan centrali e Riise a sinistra. Nel suo 4-2-3-1 di spallettiana memoria ci sono poi De Rossi e Pizarro dietro alla linea formata da Menez, Perrotta e Vucinic, con Totti unica punta. La Lazio si dispone a specchio: con Muslera tra i pali, Lichtsteiner, Stendardo, Biava e Radu in difesa; Ledesma e Matuzalem nei due, con Sculli, Hernanes e Zarate dietro a Floccari.
Il primo tempo non è di quelli indimenticabili. Pizarro ci prova subito e, al 5, con un tiro da 30 metri prende in pieno la traversa. E così, Muslera è avvisato. Pochi, comunque i lampi: è nel finale che la Roma torna a farsi viva. Totti entra in area da solo ma perde il tempo per battere a rete e allora dà a Menez, che a sua volta serve allindietro Juan. Il brasiliano calcia a botta sicura da otto metri ma la palla centra in pieno il corpo di Ledesma, immolatosi per la causa. La ripresa comincia con la notizia che lUdinese vince a Cagliari e, allora, la Lazio capisce che deve fare qualcosa di più. Ci provano anche, i biancocelesti, ma fallendo sempre lultimo passaggio. Ci va vicino Floccari, di testa, ma la palla esce di poco. Entra Taddei al posto di Menez, che non la prende bene. La Lazio crea, ma la Roma come nelle migliori tradizioni va in vantaggio. I laziali scontano tutte le ironie sul Capitano in una botta sola: una sua doppietta decide il quinto derby consecutivo. La Roma lo domina dallinizio alla fine, loro protestano contro la perfetta direzione di gara di Tagliavento.
Matuzalem calpesta Francesco davanti a Reja, Radu prende a testate Simplicio mo intorno alla metà del secondo tempo quando Pizarro viene messo giù al limite. Punizione battuta forte e rasoterra dal Capitano,
papera di Muslera, ed è l1-0, con relativo boato giallorosso. E da quel momento che i biancocelesti perdono la testa. Letteralmente. Montella mette Simplicio, che ha già deciso il derby di Coppa Italia a gennaio, al posto di Vucinic. Passano cinque minuti e Radu, sotto gli occhi del guardalinee, dà una testata proprio al brasiliano e viene espulso. Il finale si fa ancora più convulso. E il primo dei sei minuti di recupero quando Taddei mette in mezzo per Simplicio, che viene steso. Rigore, con annesse proteste di Ledesma: espulso anche lui. Dal dischetto calcia Totti, che non segnava in un derby da otto anni, e fa così il bis: 2-0 e manita servita. Anzi, manata. In piena faccia, come il laser che a detta di Reja avrebbe impedito a Muslera di vedere il pallone (altro godimento
), e che ancora brucia. E come brucia