LA REPUBBLICA (E. CURRO') - Allo stanco rituale dellindignazione per la chiamatain Nazionale di un nuovo italo-sudamericano ha ovviamente provveduto la Lega Nord. «La convocazione di Osvaldo certifica il fallimento definitivo della politica della Figc. Il progetto di Prandelli sui giovani talenti si sta trasformando in una pensione per oriundi»
Durante il suo felice soggiorno a Barcellona, da punta dellEspanyol (20 gol in 44 partite), raccontò spesso il suo sogno. «Giocare nellItalia, quella vera. Per ora lho fatto nellUnder 21 ed è stata una cosa fantastica». Ciò non toglie che il costoso Osvaldo Luis Enrique lha voluto alla Roma, che per il suo cartellino ha pagato 15 milioni, più 3 di bonus debba adesso dimostrarsi allaltezza della scelta di Prandelli. Loccasione non sembra fugace: lattuale moria degli attaccanti lascia infatti pensare che possa esordire almeno per uno spezzone già domani a Belgrado e giocare più a lungo martedì a Pescara con lIrlanda del Nord. La convocazione è arrivata soprattutto per esclusione, grazie agli infortuni di Pazzini, Balotelli e Gilardino, agli acciacchi di Rossi e allimpossibilità di rispolverare, almeno in questa fase lontana dallEuropeo, i veterani Totti, Del Piero e Di Natale. Avendo fama di combattente, però, Osvaldo non si cura troppo delle critiche: ha festeggiato appunto i suoi tre gol con la Roma con gesti che sbeffeggiavano chi lo aveva tacciato di scarsa tecnica, per i non pochi gol che ha sbagliato. Prandelli, che lo bocciò a Firenze (Atalanta, Lecce, Fiorentina, Bologna, recita il curriculum in serie A), non si è fatto problemi a tornare sui suoi passi. «In Spagna è maturato tatticamente. È un attaccante moderno, che sa fare la prima punta, ma anche giocare sulla fascia e aiutare il centrocampo». A Firenze è idolatrato, per via di un celebre gol alla Juve, e domenica contro la Lazio era in tribuna donore, seduto non distante dal preparatore dei portieri azzurri Di Palma, che stava parlando al telefono proprio col ct. «Me lo saluti», è stato il dialogo captato trai due, a conferma del feeling attuale tra commissario tecnico e giocatore.
Sul periodo allEspanyol laneddotica è ricca e ne attesta la feroce volontà di riuscire: dopo lintervento chirurgico a entrambi gli adduttori, in Argentina, e lassenza di due mesi, in pratica non ha più smesso di segnare. In Catalogna lo descrivono come innamorato dei cappelli e appassionato di musica reggae, di arte (da Dalì a Botticelli, segnalano gli agiografi) e soprattutto di letteratura. Tra i libri, che portava spesso in ritiro, gliene piaceva parecchio uno di Frederic Beigbeider, Lamore dura tre anni. Quanto durerà lamore per la Nazionale e se sarà corrisposto, lo si capirà da oggi.