
IL ROMANISTA (F. URBISAGLIA) - Continua far discutere in Germania il caso dello stendardo esposto in curva nord domenica sera durante il derby che parafrasava lo slogan nazista ("Got mit uns" diventato "Klose mit uns"). La presa di distanza dellattaccante, peraltro di origini polacche, non sembra
Dopo lattacco di Der Spiegel, che ha titolato "Immer wieder Faschismusskandale" ("Ancora scandali legati al fascismo") alla tifoseria laziale, anche altri quotidiani nazionali come Die Zeit hanno riportato la notizia che è presto divenuto argomento di discussione in Germania, al punto da far scatenare gli utenti sui vari forum di discussione delle varie redazioni online. Per fare chiarezza sullaccaduto, ecco alcuni estratti dellarticolo apparso su Der Spiegel online nella giornata di lunedì: «I tifosi acclamano Klose come un dio, ma latteggiamento di alcuni supporters della Lazio di estrema destra fa paura. I sostenitori della Lazio avevano mostrato nel corso della partita contro i rivali dellAS Roma uno striscione con la scritta "Klose con noi", in cui le due "s" in carattere runico (alfabeto segnico usato dalle antiche popolazioni germaniche, ndr) sono molto simili a quelle utilizzate dalle SS durante il Terzo Reich. La frase è una variazione sul militare come slogan "Dio con noi", che è stato utilizzato anche in epoca nazista. I tifosi della Lazio in passato sono stati colpiti più volte a causa delle loro opinioni fasciste e di destra».
Lautore dellarticolo infatti ricorda come già ai tempi dellex capitano biancoceleste Paolo Di Canio queste ideologie venissero esternate in maniera per niente velata, al punto che il giocatore più volte si rivolse alla curva con il saluto romano. Si sottolinea come non si sia mai davvero usato il pugno di ferro per debellare questo fenomeno. Ma le polemiche non finiscono qui e non finiscono in Germania: nella giornata di ieri la Procura Federale ha aperto un fascicolo sui cori antisemiti sentiti allOlimpico nel corso di Lazio-Roma.
Lindagine è partita su impulso giornalistico, perché sia larbitro Tagliavento sia gli 007 federali presenti domenica sera allo stadio non si erano accorti di nulla e, quindi, non avevano messo a referto laccaduto. Al momento il dossier è vuoto in quanto la prima analisi su filmati e file audio non ha prodotto alcun risultato. La comunità ebraica di Roma ha fatto sapere di essere in grado di mettere a disposizione del procuratore Palazzi parecchio materiale sullargomento. Si tratterebbe tra laltro di una vera e propria raccolta di documenti audiovisivi relativa non solo al derby, ma anche a Lazio-Palermo e Lazio-Genoa. Nei giorni scorsi Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, ha dichiarato il proprio sdegno su quanto accaduto: "Dalla Curva Nord continuano ad arrivare insulti agli ebrei e non solo. Di questo siamo stanchi e non vogliamo continuare a parlare"