Italia, Prandelli apre a Osvaldo

04/10/2011 alle 10:56.

CORSPORT (A. SANTONI) - C'è l'aula magna di Cover­ciano rinnovata negli arredi (sulle nuances del beige), e nell'iconografia, con le maxi foto dei trionfi mondiali e continentali della Nazionale alle pareti. [...]

Dunque ci si può guar­dare nuovamente alle spalle, proiettati nel fu­turo. C'è perfino il de­butto della diretta Rai per il canale sportivo a tema azzurro. La corni­ce federale si adegua al quadro disegnato da Cesare Prandelli in questi 14 mesi da ct. Ma lui, pur at­tento da sempre all'immagine sua e del suo lavoro, entra dentro a qualsiasi te­ma gli venga proposto con grande con­cretezza, da Balotelli a Osvaldo, da Gio­vinco alla Serbia, dal da scudet­to alla a misura di , dal no al­le difesa a 3 all'ipotesi opzione esterni sul piano tattico.

CHE ! - Parliamo di scudetto? Na­poli e se lo giocheranno di sicuro:

«Sono contento per il . Mi ricor­da la mia , e quel progetto vincente. La squadra di Mazzarri può vincere il campionato».

Il discorso si allarga: possibile che in questa Nazionale allargata non ci sia posto per Cannava­ro e Campagnaro? Il ct spiega: «Quei due non stanno facendo bene, ma benissimo. Ma il fatto è che la difesa a 3 non si inventa. [...]. Se si gioca da due, tre anni in un certo modo, in due giorni perché scombusso­la loro la vita, mettendo in difficoltà gio­catori e reparto? Inoltre non mi pare che abbiamo necessità di cambiare, né noi, né Mazzarri».

CHE ! - Se vola, la è proprio decollata, la partita del Milan è una specie di manifesto del ritrovato orgoglio bianconero. [...] «E' stata la vittoria del ritmo, tenuto al­tissimo per 90'. Che significato ha per me, ora ct e ex, il ritorno della ? Stiamo parlando di una grande squa­dra che ha molti gioca­tori italiani. Potrebbe chiamarsi Roma, Inter o Milan. Ma è la che ha programmato così. A , che lo spi­rito e l'ambiente lo co­nosceva, è bastato esse­re se stesso, con i meri­ti tecnici e tattici, natu­ralmente perché nella vista col Milan c'è il suo grandissimo lavoro».

Grandi applausi a Marchisio ( «Sta scollinando. Non l'ho mai visto dietro, davanti alla difesa, lui attacca la pro­fondità come pochi. Come : ora gioca davanti alla difesa per dare quadratura alla Roma. Ma uno che ha 7/8 gol a campionato nei piedi è desti­nato poi a spostarsi più avanti» ) e al solito Pirlo, un apprezzamento al ritro­vato Barzagli e al Chiellini duttile, an­che esterno.

CHE OSVALDO! - Prandelli non ha poi na­scosto di seguire con particolare inte­resse il neo romanista Osvaldo, che lui poco apprezzò a Firenze: «Quando lo ho avuto io era giovane, come era giovane Pazzini, e co­me lo era Jovetic. Ma lui ha carattere, perso­nalità, forza fisica, tec­nica, è un attaccante moderno: aiuta la squadra, anche nel­la fase di transizione. L'esperienza spagnola gli ha fatto bene: lì il primo difensore è l'attaccante (sembra un paradosso ma è così), è tornato più maturo. Lo seguiremo, deve dare con­tinuità a questo suo grande avvio di stagione».

AVANTI BALO - Aspettando Osvaldo, riflet­tori su Balotelli, rilanciato da se stesso, [...]

«Ma io non c'entro. Dipende da lui, sa di essere padrone del proprio destino, la responsabilità è sua. E' in un momento di passaggio. Mario non deve sfruttare i guai dei compagni. Deve lavorare in positivo, impegnarsi. Il suo primo gol azzurro? Spero arrivi presto, fa­rebbe bene a lui e a noi».

A Belgrado potrebbe gio­care in coppia con Cassa­no. Il ct non esclude l'op­zione: «Proveremo certi movimenti in questi gior­ni, poi decideremo, ci può essere questa opportunità. Non vo­glio mettergli pressione. L'ho visto sere­no rispetto a settembre».

ESTERNI E TRIDENTE - Questo Balotelli a Prandelli suggerisce anche un'ipotesi tattica ardita, un'Italia a tre punte: «Se hai attaccanti moderni puoi giocare an­che così. E per attaccanti moderni in­tendo dire gente che fa gol, che è resi­stente, tecnicamente brava, che parte­cipa alla manovra. Ma bisogna lavora­re ». Sul piano tattico il ct torna sulle ra­gioni che lo hanno portato ad escludere un assetto che prevedesse esterni a cen­trocampo: «Siamo partiti con questa idea più un centravan­ti. Ma nel ruolo di ester­no avevamo solo Pepe, senza alternative, così abbiamo deciso di cam­biare modulo. Il centro­campo a rombo dà una continuità tecnica im­portante. Cerci, Giac­cherini, Schelotto, lo stesso Pepe? Non bastano poche parti­te per far cambiare progetto. Nelle pros­sime convocazione valuteremo se meri­tano una chance. Poi prima dell'Euro­peo, con più tempo per provare pense­rò se riproporre gli esterni come alter­nativa tattica al modulo attuale».